Con la CGIL in Sciopero

Sinistra Ecologia Libertà di Treviso aderisce e sostiene con forza le ragioni dello sciopero generale indetto dalla Cgil per chiedere di cambiare scelte economiche, sociali, contrattuali che hanno peggiorato le condizioni di vita delle persone e per nulla risolto i problemi strutturali del nostro sistema produttivo.
La Cgil ha detto che lo sciopero generale del 6 maggio è stato proclamato per responsabilità e amore per il paese. Noi siamo d’accordo con la Cgil.
A noi che abbiamo scelto da tempo il merito come parametro di giudizio e il valore del lavoro e dell’ambiente come mattone di un diverso modello di sviluppo, appaiono chiarissime le ragioni dello sciopero. Ci convince della sua necessità la distanza abissale tra le politiche economiche, sociali, del lavoro, contrattuali poste in essere e quelle che riterremmo necessarie per l’Italia, quelle che metteremo in opera nella situazione data se fossimo al governo.
In Provincia di Treviso siamo arrivati ad un livello di disoccupazione superiore al 6%, raddoppiando in pratica in pochi anni dai livelli fisiologici precedenti. Le assunzioni a tempo indeterminato sono oramai solo poco più del 10% e prendono sempre più piede forme di contratto ancora più precario rispetto al tempo determinato. Assieme al dato sulle missioni, cioè i contratti stipulati dalle agenzie interinali, arrivato a 16.630, il quadro che ne esce è quello di un mondo del lavoro che va sempre più restringendosi e precarizzandosi. E le crisi aziendali che si aprono non trovano adeguata risposta da parte delle istituzioni, troppo subalterne a logiche che a volte sono di mercato a volte di semplice tornaconto e sfruttamento. Le retribuzioni sono troppo spesso al di sotto della soglia di dignità e la sicurezza nei luoghi di lavoro troppo spesso si dimostra un optional trascurato.
Rispetto a questa situazione è necessaria una inversione di tendenza nelle politiche governative e in quelle degli enti locali. A partire dalla Provincia, che si appresta a rinnovare l’amministrazione e speriamo anche il modo di amministrare.
Vorremmo per questo che un nuovo centro-sinistra assumesse su di sé la responsabilità di offrire al paese una proposta generale, alternativa nei valori e nelle scelte, in sintonia con i diversi movimenti sociali che oggi si fanno sentire e hanno animato ormai da mesi le piazze d’Italia: per la difesa della Costituzione, per la dignità del lavoro, per l’acqua pubblica, per le energie alternative contro il nucleare, contro la precarietà, per un paese che rispetti le donne, perché il futuro di una generazione sia ora, cioè per un diverso modello di sviluppo.
E’ una responsabilità che non si può scaricare sulle spalle della Cgil, che pure in questi anni ha tenuto aperta spesso in solitudine una prospettiva . Si tratta di una responsabilità che deve assumere un centro-sinistra finalmente adulto e maturo, in grado cioè di mettere in fila le priorità: cambiare l’Italia, cambiare la Marca, per un Paese migliore.

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