Archivi del mese: Maggio 2011

E quindi uscimmo a riveder le stelle

E’ un ciclone. Non è un vento di cambiamento, semmai un uragano di buona politica. Milano, Napoli, Cagliari, Trieste e tante, davvero tante, altre realtà d’Italia sono gli emblemi di un Paese che ha già voltato pagina, che vuole cambiare e guardare al futuro, che non si fa più ingannare dalla vecchia politica e dai venditori di tappeti che in questi giorni hanno trattato i cittadini come perfetti stupidi. Come se fosse possibile comprarsi qualsiasi cosa, un voto quanto la dignità.

C’è un’Italia migliore. Quella che non ha mai avuto paura, che non ha mai smesso di sperare e di lottare, che non si è lasciata andare a facile promesse o all’estremismo di una campagna elettorale condotta in maniera irresponsabile da Berlusconi e da molti suoi sodali.

Adesso niente sarà più come prima, che Berlusconi se ne vada stasera o domani. Il berlusconismo è alle corde non solo per le sconfitte elettorali, ma perché queste dimostrano la comparsa alle porte della storia di  un racconto di un’Italia che sembrava dimenticata nelle falde del ciarpame visto nei palazzi in questi grigi anni. E’ l’Italia più bella, quella dei giovani tornati alla politica, delle donne e degli uomini che hanno visto in Giuliano Pisapia, Luigi De Magistris, Massimo Zedda, per citarne alcuni, i simboli di una liberazione collettiva e partecipata da una classe dirigente incapace e prepotente.

La partita è riaperta, finalmente.  E sono fuochi d’artificio. Erano anni che non li vedevamo di così belli. Godiamoceli, anche se per poche ore. Perché adesso è venuto il momento di ricostruire un Paese intero e di farlo con il sorriso sulle labbra.

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Il “vorrei, ma non posso” di Emma

Abbiamo partecipato all’Assemblea di Unindustria Treviso e la marcia silenziosa degli industriali, seguita all’assemblea, ci è parsa l’espressione di un “vorrei ma non posso”. “Vorrei dire esplicitamente che questo governo e questa classe politica di centrodestra stanno facendo poco e male e forse fanno anche danni, ma la mia pregiudiziale collocazione ideologica a favore del centrodestra me lo impedisce.”
Noi ci sforziamo di vedere il bicchiere mezzo pieno, e attendiamo fiduciosi che dal silenzio si passi alla parola chiara e limpida. Si sta evidentemente diffondendo la consapevolezza anche presso quei ceti che il centrodestra ha vellicato con promesse e rassicurazioni, della assoluta incapacità da parte di questo governo di dare risposte in grado di far ripartire il paese. Continua a leggere

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Sì all’Osservatorio provinciale sulle mafie

Si susseguono le prese di posizione di vari soggetti della comunità trevigiana affinché venga aumentata l’attenzione sui fenomeni della penetrazione delle mafie nel nostro territorio, segno della consapevolezza dell’esistenza di un rischio reale per il sistema produttivo trevigiano.

Si tratta di un tema al centro della nostra azione politica, sia nel supporto politico alle forze dell’Ordine, sia nella massima attenzione all’etica pubblica, che ci ha visto propositivi nel trascorso mandato dell’Amministrazione Provinciale con la proposta e successiva approvazione all’unanimità di due Ordine del Giorno, il primo “Per la legalità democratica e la lotta alle mafie” ed il secondo di “Adesione all’appello al Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano promosso dalle Associazioni Avviso Pubblico e Libera per sollecitare interventi di contrasto alla corruzione”

Coerentemente con il proprio programma per le provinciali, un punto del quale era precisamente: “Attenzione alle infiltrazioni della criminalità nel territorio. Costituzione di un osservatorio contro la diffusione delle mafie.” Sinistra Ecologia Libertà di Treviso sostiene la proposta della CGIL di Treviso affinché venga costituito un Osservatorio Antimafia nel trevigiano, impegnerà il proprio Gruppo al Consiglio Provinciale affinché sia data piena attuazione ai due ODG approvati, chiedendo nel contempo al Prefetto di Treviso di adoperarsi al più presto per la creazione di un Tavolo di Confronto sulle Mafie tra Provincia di Treviso, Camera di Commercio, Organizzazioni Sindacali e Associazioni interessate.

Sinistra Ecologia Libertà

Federazione Provinciale di Treviso

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Restiamo umani

Non esiste alcun tipo di umanità dimostrato dalla Lega nei confronti dei profughi.

Sinistra Ecologia Libertà sarà sempre la voce degli indifesi e di questo ne siamo orgogliosi.

Noi amiamo una comunità moderna e civile ed accogliente che affronta i problemi con serietà . Non ci vergogniamo di essere dalla parte di chi soffre e vive in questo momento tra mille difficoltà. Usare gli esseri umani come merce elettorale è disgustoso.

Avere paura che il diverso sia possibile è un limite non una ricchezza.

Desideriamo che la Provincia di Treviso non sia etichettata tra quelle più razziste d’Italia , solo per far contenti gli elettori leghisti.

Chi ha responsabilità di governo di una città, di una provincia e di una regione deve vedere nell’accoglienza un alto senso di civiltà di cui esserne fiero.

L’immigrazione è un problema serio che ora si chiama emergenza umanitaria.

Diamo il nostro contributo ad esseri umani : uomini , donne e bambini per i quali il mediterraneo è diventato un cimitero.

Luigi Amendola

Consigliere Sinistra Ecologia Libertà

Provincia di Treviso

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Ai referendum SEL vota 4 Sì

Perchè i referendum siano efficaci è necessario superare il quorum del 50%+1 degli elettori. Nonostante l’importanza dei temi, moltissimi italiani non sono a conoscenza dei referendum e per questo motivo sarà necessaria una mobilitazione eccezionale.

La democrazia è partecipazione e mai come questa volta il contributo di ognuno di noi potrebbe essere determinante. Per questo motivo è indispensabile che ognuno di noi si impegni il più possibile per contribuire a raggiungere e superare il quorum, informando e coinvolgente quanta più gente possibile.

Vai alla pagina nazionale di Sinistra Ecologia Libertà

https://i0.wp.com/www.sinistraecologialiberta.it/referendum/images/logo_battiquorum.png

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Il PD contesta l’attribuzione dei seggi in Consiglio Provinciale, ne vuole uno in più e vuole toglierlo all’UDC.

Capiamo che il Partito Democratico nutrisse grandi aspettative per queste elezioni provinciali per quanto riguardo i suoi consiglieri di opposizione da eleggere, ma non capiamo perché mettersi a contestare il sistema di calcolo per la ripartizione dei seggi in Consiglio Provinciale.

Si tratta del sistema utilizzato perlomeno nelle ultime tre elezioni, ed è il più logico e democratico. Una volta stabilito che il 60% dei seggi (17) spetta alla coalizione vincente, si calcola come distribuire il restante 40% dei seggi (11). Lo si fa considerando le coalizioni di liste, per capire quanti seggi vanno, in questo caso, alla coalizione Casellato e alla coalizione Zabotti (le altre non raggiungono il 3% e dunque non si considerano).

Un volta stabilito questo, si calcola all'interno delle coalizioni come distribuire i seggi tra le liste. Se non fosse così, e si distribuissero i seggi dell'opposizione solo sulla base dei voti delle liste, indipendentemente dalla coalizione della quale facevano parte, sarebbe totalmente alterato il meccanismo elettorale delle Elezioni Provinciali. Sarebbero privilegiate le liste con più voti, anche se in coalizioni che hanno preso meno voti, e svantaggiate le liste con meno voti, anche se dentro coalizioni che hanno preso più voti. Se funzionasse così, allora le forze politiche si comportebbero diversamente al momento delle presentazioni delle Liste.

Secondo il nuovo metodo di calcolo del PD, alla coalizione Zabotti spetterebbe solo un seggio, quello dell'UDC: quindi una coalizione,quella di Casellato, che ha preso meno di 5 volte i voti della coalizione di Zabotti (il 31,20% contro il 6,60%) , eleggerebbe 10 Consiglieri a 1. Come si fa a proporre una ingiustizia del genere?

E a Zabotti andrebbe anche di lusso. Secondo il sistema di calcolo del PD, infatti, se la sua coalizione avesse compreso, poniamo, altre 4 liste del 2,2 %, e se la lista UDC avesse preso il 2,3 anziché il 3 %, ci sarebbe stata la bella situazione di una coalizione che prende il 14,60 % e non elegge nessun consigliere, lasciando il 40% dei seggi a chi ha preso il 31,20% dei voti.

Il costume di deformare le regole per i propri interessi sarebbe meglio lasciarlo ad altri. E il PD si accontenti, che gli è andata anche troppo bene.

Luca De Marco

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Il successo di Sinistra Ecologia Libertà fattore trainante del centrosinistra alle provinciali

Sinistra Ecologia Libertà manifesta soddisfazione e ringrazia gli elettori per il grande balzo in avanti elettorale registrato in queste elezioni.
Il successo di SEL spinge avanti tutto il centrosinistra e consente alla coalizione di portare a casa un risultato dignitoso. I dati numerici sono infatti inequivocabili: In provincia di Treviso SEL rispetto alle regionali dell'anno scorso sestuplica la percentuale, da 0,6 a 3,6 e quintuplica i voti, da 2.399 a 12.089 aumentando di 9.690.
Il PD aumenta lievemente da 70.754 a 71.654 (+ 900 voti), L'Italia dei Valori perde 5.316 voti (da 21.307 a 15.991). La lista dei Comunisti Italiani, “Sinistra Unita”, perde voti se raffrontata alla Federazione della Sinistra ma ne guadagna un po? se si somma ai voti ottenuti da Rifondazione Comunista, l’altra gamba della Federazione della Sinistra, che però alle provinciali correva da sola.
L’UDC perde voti rispetto alle regionali, pur con una lista “collettiva” registra un calo da 15.166 a 10.269 (- 4.897).
Ma è soprattutto la Lega a perdere voti. Rispetto alle ultime regionali la Lega (compresa la lista Razza Piave) perde 53.523 voti.
Il PDL e Forza Veneto perdono 5.241 voti. In totale 58.764 voti in meno tra Lega e Pdl. Che corrispondono ai voti in meno presi dal totale delle liste alle provinciali rispetto alle regionali scorse, che sono stati 57.516. Il segnale che arriva dalla Lega è dunque molto chiaro, e lo ha esplicitato Gentilini dicendo a Bossi che molti elettori leghisti sono rimasti a casa. Si apre una contraddizione che mina l’alleanza balorda che regge il Governo del Paese, come si è visto anche a Milano.

Il dato più rilevante nel centrosinistra è dunque certamente il grosso balzo in avanti della nostra lista. SEL registra un dato tra il 6 e il 7 per cento a Treviso, Vittorio Veneto, Asolo, Tarzo; è poco sotto il 6 a Castelfranco; sfiora l’8 a Mogliano Veneto e Revine Lago.
Nella città di Treviso, il PD perde 483 voti sulle regionali (da 8.586 a 8.103), e perde voti anche Italia dei Valori (da 3.169 a
2.110, - 1.059), Comunisti Italiani e Rifondazione aumentano
lievemente (da 631 della Federazione della Sinistra a 699 delle due liste alle provinciali, + 68). Sinistra Ecologia libertà invece in città quintuplica i voti, passa da 390 voti a 2001 con un aumento di 1.611 voti. Se oggi la coalizione di centrosinistra può dunque guardare con speranza alle prossime battaglie politiche cittadine a Treviso, lo si deve, secondo i freddi numeri, al dato eclatante della nostra lista.

Luca De Marco
Coordinatore provinciale Sinistra Ecologia Libertà

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“a nuttata sta passando”

Lo avevamo sentito. C’era un’aria diversa, uno sguardo diverso, una curiosità viva e partecipe. In chi si avvicinava al nostro banchetto per firmare il sostegno alla presentazione della lista, in chi chiedeva il nostro giornalino “Liberi tutti”, numero “unico” per le scarse risorse economiche.

“Vorrei qualcosa da leggere di più, per conoscervi,” … “Preferisco il volantino, quello breve” …

“Ma dite che ce la faremo?”.

Mi guardavo intorno alla manifestazione di “Se non ora, quando?”, a quella in Difesa della Costituzione e della scuola pubblica, all’incontro con Landini, allo sciopero del 6 maggio, alla serata in ricordo di Ivan della Mea, alla manifestazione di chiusura della campagna elettorale e vedevo una Treviso diversa, quasi uscita da una sonnacchiosa palude in cui il berlusconismo tenta ancora di rinchiudere tante e troppe intelligenze. E mi sono convinta di una possibilità, anche a dispetto di chi riteneva che qualcuno di quei momenti fosse stato un fallimento.

I politologi si interrogheranno sui flussi elettorali e daranno senz’altro una risposta più articolata della mia: per la mia parte credo che il torpore si stia diradando, e che le persone stiano incominciando a domandarsi quale sia il prezzo da pagare ad un ceto dirigente che si è auto investito della licenza di violare ogni regola pur di restare abbarbicato al potere, di contrabbandare per sana amministrazione la riduzione dei posti letto negli ospedali, per attenzione ai cittadini il taglio delle corse degli autobus, per sana gestione della viabilità le rotonde pericolose e l’incuria della città e delle sue strade e per investimento lo spreco in opere faraoniche e sovradimensionate, mentre gli spazi per i giovani non esistono, le scuole scoppiano, le periferie sono abbandonate, il centro di Treviso si spopola.

Credo che le persone abbiano cominciato a provare fastidio per l’arroganza di chi non ascolta le giuste preoccupazioni dei cittadini per un aeroporto male assortito e pericoloso, per l’insano estremismo di certe farneticanti affermazioni contro gli insegnanti, contro i giudici, contro la Costituzione, contro gli esseri umani. Credo che ci sia qualcuno che ha visto con orrore i voti che una lista “Razza Piave” ha racimolato, mascherando col folklore il razzismo di chi “sparerebbe agli immigrati”o vorrebbe per loro dei “carri blindati”.

Credo che qualcuno abbia cominciato a capire che la Lega non può parlare di federalismo e scaricarne le spese sulle spalle delle persone, pubblicare manifesti truculenti contro Roma ladrona e stare dentro fino alla cima dei capelli nei Palazzi romani del potere (e non solo), parlare di sicurezza e favorire la violazione della legalità (vedi quote latte).

Credo che si stia sciogliendo quel venefico abbraccio che ottunde la mente e impedisce il giudizio critico, che indica orizzonti di paura e persuade a chiudersi nei propri piccoli egoismi o nella prigione dorata delle proprie sicurezze e garanzie, mentre la precarietà divora le nostre vite e uccide la nostra capacità di sperare e cuce sui corpi dei ostri giovani il vestito del disinteresse e della fannullaggine.

Quante voci in questa strana campagna elettorale: sotto lo sguardo superbo e ammiccante dai muri e dagli autobus delle gigantografie di Muraro, che aveva stravinto prima ancora di gareggiare, grazie ad una propaganda spocchiosa e spendacciona, da far tremare in un momento di crisi come questo.

Eppure ce l’abbiamo messa tutta: restiamo convinti che sia possibile cambiare. Anche qui, in Veneto, c’è un patrimonio di talenti da far emergere, da sottrarre alle sirene del facile successo e alle delusioni delle mancate vittorie.

Il risultato di SEL a Treviso significa molto, per noi, che prendiamo fiato, che abbiamo cominciato da 0,6 “perché ci siamo” (era a questo che pensavamo nelle regionali) e siamo ora al 3.6 in provincia e al 6.7 in città, per Treviso che può tornare ad essere la città che sorride, per la politica che può ritornare ad essere il luogo della ricostruzione della vita associata e di una spazio comune alla luce di un progetto alternativo alla Lega e al PDL.

Sì, parafrasando Eduardo: … ‘a nuttata sta passando”.

Anna Caterina Cabino

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Il vento sta cambiando

Grazie a tutti i 12089 cittadini che hanno votato per noi in questo fine settimana !

I dati sono inequivocabili: rispetto alle regionali dell’anno scorso i nostri voti sono cresciuti di 6 volte, e il dato percentuale di 5 volte.

In bocca al lupo a Luigi Amendola per la sua nuova avventura, la prima di tante per noi…


IL VENTO STA CAMBIANDO  

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solo possiamo dirti ciò che siamo, ciò che vogliamo

Siamo la sinistra che tra Marchionne e i lavoratori che rivendicano i propri diritti non ha dubbi su da che parte stare.

Siamo la sinistra che tra il fotovoltaico e il nucleare non ha dubbi nel scegliere il sole e le energie pulite.

Siamo la sinistra che aborre le dittature e ripudia la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti e come strumento per esportare la democrazia.

Siamo la sinistra che considera l’acqua un bene di tutti e per tutti, non una merce sulla quale lucrare.

Siamo la sinistra che ama la libertà, non quella di licenza o di licenziare, ma quella che cantava Gaber, la partecipazione, e quella di ogni persona di scegliere responsabilmente della propria vita.

Siamo la sinistra che ama la cultura, l’arte, la creatività, la libertà d’espressione, fondamenti della libertà di ciascuno di  vivere in autonomia la propria esistenza, di coltivare il gusto del bello e condividere il patrimonio comune dell’umanità.

Siamo la sinistra che non si rassegna, ad un futuro di precarietà per i giovani, ad una politica ridotta a mercimonio di poltrone, alla volgarità dilagante nel discorso pubblico, alle offese alla dignità delle donne.

Siamo la sinistra che non si arrende, alla tracotanza del potere, alla subalternità al pensiero dominante, al senso comune manipolato dai padroni dell’informazione, e che non si adegua.

Siamo la sinistra che non si accontenta di fare testimonianza di sè, ma vuole costruire una comunità e un progetto nuovi, per cambiare l’Italia e offrire una speranza a chi è deluso e a chi è disgustato dalla politica.

Siamo la sinistra che vuole vincere, perché vuole cambiare il mondo e non solo contemplarlo.

Siamo la sinistra che vuole unire, perché sa che solo un centrosinistra nuovo e largo potrà sconfiggere il berlusconismo e il leghismo.

Siamo Sinistra Ecologia Libertà. Vogliamo una provincia e un paese migliore e sappiamo che è possibile. Domani e lunedì, finalmente, si può iniziare a cambiare.

Luca De Marco

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