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Buoni auspici per il nuovo Prefetto

 Ci pare positivo che a rivestire il ruolo di massimo rappresentante dello Stato nella provincia di Treviso sarà prossimamente una donna. Auspichiamo infatti che ci possa essere una spiccata sensibilità verso il problema drammatico della crisi sociale indotta dalla prolungata e pesantissima crisi economica e occupazionale che ha colpito la Marca.

Che il nuovo Prefetto dichiari di voler risiedere nella villa Sogliani, che la Provincia ha messo a posto spendendo 1,3 milioni e per la quale il Ministero paga un affitto per un immobile vuoto, è già un passo positivo.

Al nuovo Prefetto ci permettiamo di segnalare alcune situazioni da monitorare con attenzione:

  • i rischi di infiltrazione delle mafie all’interno di un tessuto produttivo ferito dove molte sono le aziende in crisi e le realtà costrette a vendere attività o immobili;

  • la presenza di gruppi organizzati di estrema destra, soprattutto nel capoluogo ma non solo, tendenti a diffondere messaggi di odio e pratiche al limite della violenza, nonché a riscrivere la storia;

  • la drammatica situazione occupazionale, con una perdita da metà 2008 a oggi di più di 26.600 posti. In un contesto sociale non più abituato a convivere con la povertà e la miseria, i fenomeni di disgregazione del tessuto sociale legati alla perdita del lavoro rischiano di essere repentini e profondi;

  • la situazione dei nostri nostri comuni, già storicamente sottofinanziati, alle prese con l’operazione di strozzamento messa in atto dai governi negli ultimi anni, con una interpretazione del patto di stabilità punitiva per gli Enti Locali con le finanze in regola. Proprio in un momento in cui più forte è la richiesta che alle amministrazioni arriva dai cittadini di aiuto e sostegno.

  • La situazione dei servizi pubblici, che a causa delle scelte di austerità vedono ridurre i propri standard qualitativi. Il trasporto ferroviario è nel caos, il trasporto pubblico su gomma subisce continui tagli, la sanità ormai non è più quella di un tempo, la scuola ha bisogno di investimenti e non di tagli.

Dal Governo non stanno arrivando, a nostro avviso, risposte soddisfacenti rispetto al drammatico frangente che il nostro territorio sta attraversando; di questo il nuovo Prefetto potrà farsi utilmente portavoce affinché si comprenda che è il momento di un cambio di rotta reale, non affidato a vuoti e inconcludenti slogan né a manifestazioni di ribellismo qualunquisti. Ma a partire da una riconquista del ruolo centrale del lavoro, del ruolo della politica nel definire le prospettive di sviluppo, della supremazia dell’economia reale su quella di carta.

Su questo e su altro auspichiamo di avere prossimamente il piacere di confrontarci con il Prefetto.

 Luca De Marco

coordinatore provinciale SEL

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Disagio sociale, una mano tesa dalla Provincia di Treviso

di Luigi Amendola*

mano-tesaDisoccupazione, precariato, contrazione dei consumi, rapida crescita della povertà, dilatazione delle zone di vulnerabilità della stessa sfera emotiva di persone  che molto spesso oggi portano a tragiche conseguenze,  hanno reso drammatica  la crisi economica, alimentata dalla politica del governo Berlusconi, e che ha ricevuto il colpo di grazia da  Monti, il proconsole insediato in Italia dalla Merkel per realizzare l’austerità fiscale. Una politica di austerità, fatta di  drastici tagli delle spese e di un aumento delle tasse, perverso, perché  ha infierito solo sui  ceti più deboli, della quale si era innamorata l’Europa,  

Un’austerità miope, al servizio dei poteri forti, che oggi, da quegli stessi che l’hanno voluta ed imposta, è considerata fallimentare. La stessa Commissione europea che l’ha imposta, oggi ammette di aver sottovalutato i danni che avrebbe provocato,  mentre ieri è rimasta sorda al richiamo di quanti mettevano in guardia che il taglio delle spese e l’aumento della pressione fiscale avrebbe finito per aprire ulteriori ferite ad economie depresse che già stavano attraversando gravi difficoltà, avrebbe portato alla scomparsa di migliaia di aziende, contratto la domanda di beni e servizi, avrebbe fatto esplodere la disoccupazione, avrebbe reso incerta la speranza nel futuro di milioni di giovani.

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Il lavoro la crisi, come ripartire

Iniziativa PD e SEL e CD "Il lavoro la crisi come uscirne"

GIOVEDI’ 21 FEBBRAIO ORE 21.00
Aula Magna A. Manzoni

Via Galvani -Lancenigo – Villorba


CON


Giovanni Tonella
Candidato alla Camera Veneto II per
Partito Democratico


Luca De Marco
Candidato alla Camera Veneto II per
Sinistra Ecologia Libertà

Antonio Soffiati

Candidato al Senato Veneto per

Centro Democratico

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LA SOLITA CRISI OPPURE VENDOLA

E’ un dato di fatto. Il Ricco e produttivo Nord-Est Italiano è in ginocchio. Le piccole-medie aziende che erano il motore dell’economia della nostra Regione stanno, o hanno, chiuso a centinaia, riducendo un numero elevato di lavoratori e lavoratrici a guardare al proprio futuro con terrore e angoscia. Queste terre, e, specialmente la Provincia di Treviso che sono stati negli scorsi anni il simbolo nazionale del benessere economico, stanno ora conoscendo la facciata più tenebrosa di una crisi economica senza scrupoli.

Da anni la Provincia di Treviso è in maggioranza governata e amministrata da giunte e politici di Centro-Destra (specialmente Lega Nord), che  con arroganza si proclamano difensori  della classe imprenditoriale e sostenitori di “purezze” razziali, ergendosi inoltre come guardiani del territorio, rivendicando, spesso, discutibili radici identitarie buone solo per gettare sul piatto dell’agone politico un po’ di propaganda. In sostanza questa classe politica si è rivelata alla mercé di Lobby edilizie e speculatori, che hanno usato il territorio nella più originale maniera “fordista” cementificando a dismisura e sfruttando le risorse che la nostra Provincia poteva offrire solo per il mero profitto di pochi soggetti privati.

Uno dei settori più toccati dalla crisi, è il mondo del lavoro. Gli ultimi dati, relativi ai primi otto mesi dell’anno 2012 (fonte Cgil-Treviso), ci dicono che nella nostra Provincia sono 5.451 i lavoratori licenziati. A questi numeri bisogna aggiungere quello della cassa integrazione ordinaria che al 1° settembre 2012 ha toccato i 2.629.790 ore, interessando ben 14.767 lavoratori della Marca e quella straordinaria che ad oggi coinvolge 2.605 persone dipendenti di 82 aziende che hanno in corso ristrutturazioni o procedure concorsuali. Sul fronte del mercato del lavoro i primi due quadrimestri del 2012 si chiudono con un saldo negativo: oltre un migliaio di posti di lavoro persi in più rispetto allo stesso periodo del 2011, quando si contavano 4.363 fuoriuscite.

Nichi Vendola, candidato alle primarie del Centro-Sinistra, per il programma e i valori di cui è portatore, rappresenta un’alternativa possibile alle politiche fallimentari che fino a qui hanno amministrato il nostro Paese. Perché la crisi è crisi solo per una parte della società, che la paga più volte: con il dimagrimento dei servizi pubblici, con la riduzione dei redditi e dei diritti, con il blocco degli ascensori sociali, con le giovani generazioni costrette addestrate e condannate alla precarietà. Bisogna prestare attenzione, a chi, tenta con fare pesante e intimidatorio di abrogare queste domande, di eliminarle dalla scena pubblica, di considerarle frutto di un radicalismo ideologico. La crisi è figlia della perdita di valore sociale del lavoro. Non c’è varco di luce in questo tunnel se non si restituisce al lavoro la sua dignità e la sua centralità sulla scena politica e nel dibattito culturale.

Rispondere alla crisi è possibile investendo in infrastrutturazione socio-culturale delle città e soprattutto delle periferie, finanziando le scuole e stimolando la crescita di un sistema industriale della cultura e della creatività. Così si è fatto dove il liberismo è stato sconfitto. Dove la scelta delle classi dirigenti è stata il sostegno al lavoro, la lotta alla disoccupazione e alla povertà, la guerra senza quartiere alla precarietà. L’austerity è iniqua socialmente e non può che portare ad un vicolo cieco, perché respinge la platea dei consumatori, deprime il mercato e spinge verso la recessione.

Con una differente politica si può dare una speranza al nostro Paese. Chi vuole governare nel delicato dopo-Monti, dovrebbe mettere al centro dei propri pensieri i soggetti sociali che chiedono più libertà ad una nazione soffocante e ipocrita, più libertà ad un mercato del lavoro che ricatta e  segrega una generazione giovane nella gabbia della precarietà, partendo dal riformare il sistema scolastico ferito e umiliato dalla  disastrosa riforma del Ministro Gelmini, compendio sublime del berlusconismo.

Anche la nostra Provincia ha bisogno di politiche diverse da quelle che hanno rappresentato il paradigma leghista del “ Paroni a casa Nostra”. Una politica nazionale differente può farci riprendere contatto con la realtà, dimenticando le favole secessioniste, per rimboccarsi le maniche e costruire una nuova società basata sui valori della solidarietà, della cooperazione tra le comunità, e ripristinare il valore sociale del mondo lavorativo. Non si tratta di sotterrare le proprie radici identitarie, che sempre costituiscono un valore aggiunto nelle comunità, anzi, proprio valorizzando le diversità presenti sul territorio si può ottenere un coagulante che restituisca alla gente un rinnovato sentimento di appartenenza alla nazione, all’Europa dei popoli. Dobbiamo diffidare da chi usa politiche populiste che dividono le persone in categorie e minano il sentimento di solidarietà e partecipazione alla vita pubblica delle persone.

Noi, Comitato Provinciale di Treviso per Nichi Vendola premier, crediamo che sia giunta l’ora di cambiare. Ci vuole qualcuno che sappia unire le parole “politica” e “speranza” in un vincolo indissolubile. L’alternativa è continuare a lasciare il campo libero a chi considera la crisi una fattore che devono pagare gli altri; lasciare il campo libero ad una oligarchia che affida alla neutralità della tecnica i più feroci compiti politici: rompere il patto sociale che si realizza nella previdenza, isolare il lavoro come un fenomeno muto senza più la sua classe; lasciare il campo a chi taglia la carne viva dei diritti, che incidono sulle famiglie, che fanno sempre più poveri, perché sono i mercati che devono regolare la nostra vita.

No. Noi crediamo che ci sia un opportunità di cambiamento e una visione del mondo differente. Abbiamo ancora la possibilità di poter decidere per il nostro prossimo futuro tra chi difende gli interessi di pochi con la scusa della solita crisi, Oppure Vendola.

COMITATO PROVINCIALE DI TREVISO PER NICHI VENDOLA PREMIER

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“UNA PROVINCIA VICINA AI PIU’ DEBOLI”

Sinistra Ecologia Libertà continua a marcare l’attenzione sugli effetti della crisi e a proporre strumenti che possano andare incontro ai bisogni delle famiglie della Marca.

In questo senso il Capogruppo Luigi Amendola ha presentato un Ordine del Giorno al Consiglio Provinciale.

 

Provincia di Treviso

Gruppo Consiliare

Al Sig.Presidente della Provincia di Treviso

Al Sig. Presidente del Consiglio Provinciale di Treviso

ORDINE DEL GIORNO

UNA PROVINCIA VICINA AI PIU’ DEBOLI”

Premesso che:

Secondo gli ultimi dati diffusi a luglio 2012 dall’ISTAT sulla POVERTA’ IN ITALIA anno 2011, l’11,1% delle famiglie italiane è relativamente povero (per un totale di 8.173 mila persone) di cui il 4,3% delle famiglie venete. Sempre secondo questi dati, il 5,2 % (3.415 mila persone) lo è in termini assoluti (il 3% circa residente in Veneto ). La soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti è pari a 1.011,03 euro al mese. La stima dell’incidenza della povertà relativa (la percentuale di famiglie e persone povere) è calcolata sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La soglia per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media mensile per persona nel Paese, che nel 2011 è risultata di 1.011,03 euro. Le famiglie composte di due persone che hanno delle spese mensili pari o inferiori a tale valore sono classificate come povere.

Purtroppo da questa indagine anche il nostro territorio, con percentuali certamente al di sotto della media italiana, non è escluso dalla presenza del fenomeno della povertà in termini sia relativi sia assoluti.

La crisi economica e finanziaria dell’ultimo periodo pone molti cittadini in una condizione di grandi difficoltà nel reperire risorse necessarie per affrontare una serie di spese primarie di grande importanza, tra cui affitto, spese sanitarie urgenti, pagamento di corsi di studio e altro.

Diventa prioritario porre in campo degli aiuti concreti e immediati per chi versa in condizioni di povertà reale, spesso assistiti con grande difficoltà da Comuni e Associazioni di Volontariato Laiche e no.

La Provincia può avere un ruolo importante mettendo a disposizione una somma necessaria per coprire una “ emergenza “ più volte segnalata non solo attraverso notizie della stampa, ma anche con un’apposita Commissione Consiliare convocata l’anno scorso, che ha visto l’audizione della Caritas Provinciale e altre Associazioni di assistenza laiche. In questa commissione sono apparse chiare le reali necessità di un aiuto economico urgente e concreto.

È evidente la necessità che un aiuto in termini economici può essere dato a una platea ampia di lavoratori dipendenti, pensionati, ex lavoratori dipendenti e studenti lavoratori, attraverso la forma di un Microcredito. Una forma di sostegno già esistente nella Provincia di Treviso ma finanziato con una somma esigua (circa 50 mila euro) e che raggiunge esclusivamente la categoria degli imprenditori ed ex e in un numero molto esiguo di utilizzatori.

Considerato che:

Molti di questi cittadini, pur avendo un reddito dimostrabile e certo, vivono in una condizione di grande instabilità economica che non gli permette di sostenere un livello di vita sostenibile da un punto di vista economico e sociale, privandosi spesso di beni primari ed essenziali.

Vi sono anche alcune migliaia di cittadini, la cui soglia di povertà è reale, e sono nella totale impossibilità di vivere con una condizione di autosufficienza, dovendo chiedere aiuto al Comune di appartenenza o ad Enti di assistenza.

Evidenziato che :

Spesso gli Istituti di credito, forniscono prestiti di tipo personale o altro, ma le cui modo di restituzione non sono alla portata di tutti, a causa degli onerosi interessi applicati e spesso anche nella non agevole possibilità di una lunga rateizzazione, non certamente sostenibile da un cittadino con poche risorse finanziare e poche garanzie disponibili.

Impegna la Giunta Provinciale a:

Istituire un fondo di Microcredito, attraverso la convenzione con Istituto di Credito a sua scelta, dove sia possibile accedere , attraverso un idoneo regolamento da discutere in apposita commissione, a facili agevolazioni economiche , attraverso l’erogazione di piccoli prestiti “ sociali “ restituibili in piccole rate . Le stesse non devono essere gravate da interessi e con una flessibilità di restituzione rateale anche di due o tre anni.

La restituzione del prestito , andrebbe a rigenerare il fondo stesso, permettendo così ad altri cittadini di poter accedere allo stesso.

Il fondo costituto ammonterebbe a 500,000euro.

Istituire un fondo Anticrisi, attraverso l’erogazione di una somma di circa 1.000.000 Euro, gestito direttamente dalla Provincia con il finanziamento degli Enti di Assistenza di volontariato maggiormente presenti nella Provincia di Treviso attraverso un apposito bando da istituire entro l’anno 2012.

La somma totale di euro 1.500.000 si ricaverebbe dalla vendita di n. 229.472 azioni della SAVE Spa, riducendo di fatto del 50% la partecipazione della Provincia all’interno della Società Aeroporti Venezia.

Treviso , 17 luglio 2012

Il Consigliere Provinciale

Luigi Amendola

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L’EUROPA E LA CRISI, USCIRE DAL SILENZIO A SINISTRA

giovedì 5 aprile alle ore 20.45

presso l’Hotel Continental di Treviso.

Partecipano:

Andrea Dapporto

assemblea regionale SEL

Claudio Fava

segreteria nazionale SEL

La drammaticità della crisi evidenzia le divisioni dell’Europa e la mancanza di un progetto.

L’atteggiamento dell’Europa sulla crisi greca rivela l’assoluta mancanza di solidarietà e di un disegno capace di tenere assieme le aree forti e le aree meno forti del Continente.

L’unica posizione comune (voluta dai paesi europei più forti) è quella liberista che vede come unica soluzione il taglio delle spese e il pareggio di bilancio nei singoli Stati.

In realtà stiamo assistendo ad un attacco pesante allo Stato Sociale (raggiunto in Europa dopo 60 anni di grandi lotte), che penalizza in ogni paese le parti più deboli della popolazione: lavoratori, impiegati, piccoli imprenditori, pensionati.

I maggiormente penalizzati da queste politiche recessive sono e saranno le giovani generazioni, prive di qualsiasi prospettiva di lavoro e di condizioni di vita almeno pari a quelle dei loro padri.

Il movimento sindacale e le forze politiche di sinistra e progressiste sono oggi divise, spesso racchiuse nei recinti nazionali, ancora poco capaci di indicare prospettive di iniziativa e lotta per un’Europa dei popoli e federalista.

Su questi temi il coordinamento di Treviso diSEL invita al confronto i cittadini

Su Facebook:

giovedì 5 aprile alle ore 21.00

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L A V O R O: quale crescita, quali diritti

INDUSTRIA, SINDACATO E POLITICA SI CONFRONTANO

L A V O R O:

quale crescita, quali diritti

 

Partecipano:

Giacomo VENDRAME

Segreteria CGIL Treviso

Giampiero BREDA

Resp. Relaz. Sindacali

UNINDUSTRIA TV

Maurizio LANDINI

Segretario Nazionale FIOM – CGIL

Titti DI SALVO

SINISTRA ECOLOGIA e LIBERTA’

VENERDI’ 24 FEBBRAIO 2012ore 20.45

Centro Don E. Bordignon – Quartiere Valsugana

Castelfranco Veneto (TV)

Su Facebook:

venerdì 24 febbraio alle ore 20.30 presso Centro Congressi Don E. Bordignon

2 commenti

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SEL per il lavoro

introduzione all’assemblea nazionale dei lavoratori di Sinistra Ecologia Libertà del 2 ottobre STORIE DI ORDINARIA FOLLIA

di Betty Leone, responsabile nazionale del lavoro di SEL

In Italia ci sono oggi circa 2 milioni di disoccupati, se a questi si aggiungono i circa 700.000 cassintegrati e coloro che non cercano nemmeno più un lavoro, perché disperano di poterlo trovare, si ha un’idea della gravità della situazione, tanto più che ogni giorno arrivano notizie di nuove crisi industriali e le politiche governative di riduzione dello stato sociale e di disimpegno economico verso la scuola, la ricerca e l’amministrazione pubblica si traducono già ora in perdita di lavoro per migliaia di operatori, oltre che in perdita di tutele e fruibilità dei diritti per tutti. Continua a leggere

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UNITI CONTRO LA CRISI

IL LAVORO E’ UN BENE COMUNE

Uniti contro la crisi significa cercare di costruire uno spazio comune in cui le tante diversità che compongono la moltitudine messa al lavoro, si ricompongano attorno ad obiettivi concreti:

difendere la dignità delle persone al di là dell’organizzazione del lavoro in cui sono impiegate, dagli operai delle fabbriche, ai lavoratori autonomi di seconda generazione, ai migranti;

rivendicare il diritto al reddito e agli aumenti salariali come strumento universale per redistribuire la ricchezza prodotta da tutti e oggi trattenuta nelle mani di pochi;

progettare nuovi modi di produrre che assumano la complessità posta dalla crisi climatica ed energetica come nuova condizione della nostra vita e del nostro pianeta;

batterci contro la guerra permanente contro i civili che produce il massacro globale riscrivendo il mondo come luogo senza diritti uguali per tutti.

 

Anche nel territorio provinciale di Treviso stiamo attraversando una situazione drammatica, nella quale si verificano fenomeni di contrazione occupazionale e di abbassamento dei diritti dei lavoratori sul modello di quanto si sta accadendo a Pomigliano.

 

Uniti contro la crisi significa opporsi alle scelte di chi comanda ed anche riconoscere che la crisi è la condizione comune da cui tutti partiamo per costruire qualcosa di diverso e migliore.

Rivendichiamo il diritto alla mobilitazione pacifica e democratica dei cittadini, per chiedere un cambio di rotta delle politiche governative ed industriali.

Per questo promuoviamo la partecipazione collettiva alla manifestazione FIOM del 16 ottobre a Roma, considerando questa giornata uno spazio in cui uniti possano trovare forza e visibilità le tante forme di lotta per l’allargamento dei diritti.

https://i0.wp.com/geoline.myblog.it/images/fiom-cgil.jpg

SI AI DIRITTI NO AI RICATTI

 

ASSEMBLEA PUBBLICA GIOVEDI’ 14 OTTOBRE 2010

ORE 21.00 PRESSO AUDITORIUM DI PALAZZO BOMBEN

VIA CORNAROTTA, 9-7 TREVISO

Fondazione Benetton Studi Ricerche spazi Bomben

 

Interverrà: Sergio Bellavita, Segreteria nazionale FIOM

 

Stefano Dall’Agata, Paride Danieli, Sergio Zulian, Luca De Marco, Umberto Lorenzoni, Alberto Irone, Floriana Casellato, Andrea Dapporto, Andrea Campagnaro, Bruno Schiavon, Nicola Atalmi, Diego Agnoletto, Claudio Naccarati, Adriana Costantini, Stefano Mestriner, Daniele Ceschin, Anna Caterina Cabino, Antonella Tocchetto, Matteo Bianchin, Daniele Franco, Ernesto Brunetta, Candido Omicciuolo, Lorenzo Vigna.

 

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Cinque risposte da Nichi Vendola

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1. Manovra economica
In Italia abbiamo toccato quota 120 miliardi di euro di evasione fiscale e 60 miliardi di corruzione. E il Governo si accanisce sul mondo degli invalidi e su chi si stava affacciando alla finestra per andare in pensione.

2. Lavoro pubblico
Il Governo si accanisce sui lavoratori statali che prendono 1.200 euro al mese. Si accanisce sul welfare. Mette le dita negli occhi dei più poveri.

3. Recessione
Questa manovra è terribilmente iniqua e recessiva perché non chiama in causa i grandi patrimoni, le grandi rendite.

4. Crisi
Questa crisi che il Governo Berlusconi nasconde da due anni, ma che l’Istat ha ben fotografato, quando terminerà avrà lasciato sull’asfalto una vittima; un’intera generazione che rischia di non trovare più una collocazione nel mondo produttivo.

5. Deporre le armi
Le dispute introspettive all’interno delle tante sinistre non hanno più senso. Bisogna deporre le armi di una contesa intestina e nevrotica per armarsi d’intelligenza e capire il perché della sconfitta civile, culturale e sociale della sinistra per mettere in piedi il cantiere dell’alternativa a un berlusconismo che declina ma che può fare ancora molti danni al Paese.

Camilla Furiatutti

pubblicato su l’Unità

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