Vorrei fare da semplice uomo della strada alcune domande in ordine sparso ai giornalisti della carta stampata e televisivi, alla classe politica seduta in Parlamento, alla vecchia maggioranza e alla vecchia opposizione; domande sullo spread, sui cambi valutari e sul rapporto debito-PIL , sui capitali in Svizzera, sul debito lasciatoci da Berlusconi, sulle vendite allo scoperto, sulle mancate elezioni.
1. SPREAD!
Perché la stampa ha parlato per mesi in modo martellante, ossessionante, quotidianamente, a tutte le ore, di spread e punti base, invece di usare termini e riferimenti chiari come differenziale e punti percentuale? Forse perché dire “toccati i 400-450-500 punti base di spread Bund-BTP” spaventa di più e meglio che dire l’equivalente “toccato il 6-7 % di interesse sui titoli di Stato, coi titoli tedeschi scesi al 2% “?
Perché, poi, informare l’opinione pubblica riferendosi al dato relativo e non a quello assoluto, visto che per ipotesi lo spread potrebbe ridursi a 100 punti base (oggi fantascienza, lo so) per un rialzo degli interessi tedeschi, lasciando inalterati i nostri interessi e con ciò i nostri guai? Forse sempre per lo stesso motivo?
2. CAMBIO e DEBITO-PIL.
Perché nel dare notizia dell’andamento dei cambi valutari i giornalisti, penso specialmente a quelli televisivi, ci riferiscono quotidianamente sul rapporto euro-dollaro, che sostanzialmente sta sempre su 1,3-1,4 , senza dirci con altrettanta continuità che le due valute nell’ultimo anno si sono svalutate attorno al 40% contro le altre monete forti? C’è il rischio che si possano fare troppe riflessioni sull’andamento della crisi generale?
E poi, cosa potremmo finire col pensare, se fossimo adeguatamente supportati da buone e costanti informazioni sulla crisi dei mutui americani, sul debito pubblico USA (e sul fallimento del super-committee per i tagli negli USA tra democratici e repubblicani), sull’esposizione estera dei debiti sovrani e specialmente sul rapporto debito-PIL che in Giappone è oltre il 220 % e non è in crisi, in Grecia è al 165 % e in Italia al 121% e sappiamo com’è andata, in Spagna è al 67 % ed è in crisi ma l’Olanda col 65% non lo è?
E se ci ricordassero ogni tanto che l’attacco alla Grecia è iniziato contestualmente alla pubblica denuncia fatta dal socialista Papandreu, nel dicembre del 2009 (a tre mesi dalla vittoria elettorale) , che i conti pubblici greci erano stati truccati dal governo precedente di Nuova Democrazia? E se ci ricordassero ogni tanto che la banca USA Goldman Sachs aveva aiutato quel governo a nascondere l’entità del debito, mentre all’epoca era governatore della Banca centrale greca quel Papademos che ora è il Primo Ministro “tecnico” , mentre l’attuale governatore era un manager di Goldman Sachs?
3. CAPITALI in SVIZZERA.
Quest’estate la Germania e la Svizzera hanno firmato un accordo, necessario alla Svizzera per uscire dalla “lista nera” dei paradisi fiscali (e non sufficiente: deve firmarne altri), grazie al quale i redditi finanziari prodotti da capitali tedeschi depositati presso banche svizzere subiranno una tassazione del 26,375 % (a favore della Germania, ovviamente) come imposta anonima liberatoria, più un prelievo una tantum tra il 19 e il 34 % in base agli anni di giacenza nei conti svizzeri e all’ammontare delle cifre ivi depositate.
Perché il governo Berlusconi-Bossi non ha fatto un accordo simile? C’è chi stima ancora in decine di miliardi di euro ( per il Sole 24ore.com sarebbero tra 130 e 230 miliardi) i capitali italiani esportati nelle banche svizzere: quante manovre sarebbero?
Se pensiamo che l’opposizione socialdemocratica tedesca si è pure permessa il lusso di criticare l’accordo perché garantisce il segreto bancario, possiamo valutare la distanza siderale tra la classe dirigente italiana e quella tedesca.
Perché la stampa non ci ricorda tutto questo un giorno sì e l’altro anche? Perché non ci ha detto ogni giorno, tra uno spread e l’altro e con lo stesso ritmo, “neanche oggi è stato firmato ecc.”?
E il nuovo governo lo farà ? Intanto ci dobbiamo accontentare dell’1,5 % annunciato da Monti sui capitali scudati a suo tempo da Berlusconi col 5 % (è la nuova equità?).
4. DEBITO PUBBLICO
Visto che il governo Berlusconi-Bossi aveva trovato nel 2008 un debito pubblico di circa 1600 miliardi e tre anni dopo ce ne lascia 1900 miliardi, visto che nel frattempo, pur negando ufficialmente la crisi, diverse manovre di risparmio le aveva purtroppo malamente fatte (scuola, pubblico impiego, enti locali, ecc.), visto che nonostante i tagli ha messo su 300 miliardi di debito aggiuntivo in tre anni, si può sapere dove ha buttato i nostri soldi ?!
Andando un po’ indietro, sarebbe interessante sapere anche perché tra il 2001 e il 2007 l’Italia ha avuto una crescita del PIL del 6,7% , mentre nell’area euro è stata in media del 12%. Chiedo troppo a lor signori?
5. PENSIONI
Attualmente si parla giustamente molto di quando si andrà in pensione: preoccupazioni legittime e comprensibilissime; ma perché non parliamo un po’ anche di quanto prenderanno i lavoratori colpiti dalla riforma Dini del 1995 e dal passaggio al contributivo?
Perché i lavoratori dipendenti colpiti da quella riforma andranno in pensione con circa la metà del loro ultimo stipendio, cioè dovranno diventare poveri da un giorno all’altro?
E perché quella riforma fu fatta dicendo che “il sistema pensionistico non ce la fa più” (ricordate la cantilena continua?) quando il settore dipendenti era ed è in attivo?
Ci dicevano anche che bisognava adeguarci all’Europa – la solita scusa – e in questi giorni lo sciopero dei dipendenti pubblici inglesi ci ha fatto scoprire che lì sono ancora al retributivo!
6. VENDITE allo SCOPERTO.
Un’ultima domanda, piccola piccola : perché non vietare per legge le vendite allo scoperto con sanzioni penali e accordi internazionali in tal senso ? Perché se io vendo un oggetto che non possiedo faccio una truffa e per la finanza non è così?
7. ELEZIONI.
Avrei ancora tante domande, ma mi chiedo solo perché noi Italiani non abbiamo potuto andare alle elezioni come in Spagna, giudicando chi ci aveva governato fin qui ed eventualmente confermando o cambiando il governo.
Perché noi non possiamo essere una democrazia normale, che anche nei momenti di crisi sceglie democraticamente le strade per uscire dalla crisi?
I socialisti in Spagna ci sono riusciti, pur andando a perdere le elezioni, Papandreu ha tentato in Grecia di dare subito la parola al popolo col referendum sulle misure anticrisi ma non glielo hanno permesso (dovrebbero esserci le elezioni in febbraio), da noi l’ex opposizione parlamentare non ci ha neppure pensato. Perché?
6 dicembre 2011
Stefano Fumarola
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