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Dal Governo nessun impegno contro la chiusura degli Uffici Postali. Serve la mobilitazione territoriale. SEL presenta ordine del giorno in Provincia

Dal Governo nessun impegno contro la chiusura degli Uffici Postali. Serve la mobilitazione territoriale. SEL presenta ordine del giorno in Provinciaposta

Ieri alla Camera dei Deputati il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi, competente anche per le materie del vecchio ministero delle Poste e Telecomunicazioni, ha risposto ad una interpellanza presentata dai parlamentari di Sinistra Ecologia Libertà, a prima firma dell’on. Franco Bordo, in merito al piano di chiusura degli uffici postali da parte di Poste Italiane.

Il ministro si è purtroppo limitato a rendicontare un incontro tra il sottosegretario e gli amministratori di Poste Italiane, nel quale l’azienda ha confermato il piano di chiusura, accompagnandolo a generiche assicurazioni sulla qualità del servizio complessivo. E rimandando alle interlocuzioni che stanno avvenendo sul territorio con le istituzioni locali.

In pratica, dal governo non c’è e non ci sarà una presa di posizione contraria al piano di chiusura, che viene quindi di fatto avvallato dall’esecutivo Renzi. Diventa perciò prioritario l’impegno sul territorio per non assecondare questa deriva privatistica di Poste Italiane, che sacrifica al profitto la presenza e la vicinanza territoriale, e crea nuovi problemi alle cittadine e ai cittadini già alle prese con tante tristezze.

Per questo il gruppo consigliare provinciale di Sinistra Ecologia Libertà presenterà un ordine del giorno da sottoporre all’approvazione del Consiglio Provinciale, per esprimere sostegno ai sindaci mobilitati e chiedere una azione congiunta dei soggetti sociali e istituzionali che impedisca la realizzazione del piano di dismissione previsto da Poste Italiane.

la discussione alla Camera

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, signora Ministra, Poste italiane è una azienda pubblica controllata dal Governo italiano che presenta un consolidato bilancio in attivo. Negli ultimi tre anni l’utile di esercizio è pari a una media di un miliardo l’anno. Poste italiane riceve significativi contributi da parte dello Stato per consentire l’erogazione dei servizi essenziali e in modo particolare per gli uffici postali periferici.franco
L’azienda lo scorso dicembre ha presentato un piano strategico che  prevede la chiusura di 455 uffici postali e la riduzione degli orari di apertura per 608 uffici. Questa scelta, se attuata, causerà gravi disagi soprattutto per i residenti anziani o con difficoltà motorie oltre che per le imprese nelle zone colpite dalla scelta.
Sono a chiedere quale azione il Governo intenda attivare perché   tale piano venga rivisto affinché non si arrechino ulteriori disservizi agli utenti contravvenendo così a qualsiasi principio di qualità del servizio pubblico che deve essere assicurato in modo efficace e continuativo.

PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

FEDERICA GUIDI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, rispondo all’interrogazione dell’onorevole Bordo segnalando in primis che la normativa vigente attribuisce comunque il potere di determinare i criteri per l’individuazione degli uffici postali sul territorio nazionale necessari ad assicurare una regolare fornitura del servizio universale all’Autorità per la garanzia nelle comunicazioni, la Agcom.
Il criterio guida per la distribuzione degli uffici postali è   costituito, in base alla normativa vigente, dalla distanza massima di accessibilità al servizio espressa in chilometri percorsi dall’utente per recarsi al presidio più vicino e sono fissate diverse soglie di copertura tutte riferite alla popolazione residente sull’intero territorio nazionale. Si prescrive, inoltre, l’operatività di almeno un ufficio postale nel 96 per cento dei comuni italiani e nei comuni con un unico presidio postale in cui non è consentita la soppressione degli uffici si impone una apertura al pubblico degli uffici non inferiore a 3 giorni e a 18 ore settimanali.
La delibera Agcom del giugno scorso prevede criteri ulteriori di   distribuzione degli uffici postali con divieto di chiusura di uffici situati in comuni rurali che rientrano anche nella categoria dei comuni montani e di uffici che sono presidio unico nelle isole minori.
In conformità al suddetto quadro regolatorio Poste italiane   pianifica annualmente eventuali interventi di chiusura o rimodulazione oraria degli uffici postali informando, con congruo anticipo, gli enti territoriali interessati e naturalmente l’Agcom.
Dopo aver raccolto dai parlamentari, dagli amministratori comunali   e regionali molti segnali di preoccupazione a proposito del piano di razionalizzazione degli uffici avviato da Poste italiane, il sottosegretario per lo sviluppo economico Giacomelli, con delega alla materia delle telecomunicazioni, ha incontrato il 12 febbraio scorso l’amministratore delegato di Poste italiane e il Presidente dell’Autorità di regolazione, per valutare le opportune iniziative nel rispettivo ambito di competenza.
In tale occasione l’amministratore delegato di Poste italiane ha fatto presente che il suddetto piano non comporterà alcun impatto occupazionale né una riduzione dei servizi ai cittadini. Ha, inoltre, ribadito che i tagli degli uffici previsti nel 2015 sono in linea con i criteri fissati dalla Agcom come peraltro confermato dalla stessa Autorità. Si è, infine, reso disponibile comunque a intraprendere iniziative di condivisione del piano con il territorio e, in tal senso, è stato definito il programma di incontri con il presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome e con il presidente dell’Associazione nazionale dei comuni italiani.
Sono tuttavia già in corso, a livello territoriale, iniziative di comunicazione con i sindaci e le istituzioni locali e in particolare l’azienda si è impegnata a spiegare come l’introduzione dei servizi innovativi assicurerà comunque la tutela dei servizi universali per i cittadini.
Quanto, infine, al nuovo contratto di programma fra il Ministero dello sviluppo economico e Poste italiane Spa, è in corso naturalmente il relativo iter di predisposizione secondo quanto previsto nella legge di stabilità per il 2015.

PRESIDENTE. L’onorevole Franco Bordo ha facoltà di replicare per due minuti.

FRANCO BORDO. Signor Presidente, non sono soddisfatto, signora Ministra, perché ovviamente la sua ricostruzione sta dentro quella che è la correttezza di un percorso, però la scelta politica, voglio dire, del Governo di dire «mettiamo un fermo a questo piano» non l’ho sentita.
Invece è necessario dal nostro punto di vista fermare, stoppare questo piano perché questo piano riguarda soprattutto la scelta di Poste italiane di quotarsi in borsa, di andare verso la privatizzazione per cui guardate ai numeri, agli interessi finanziari e poco alle persone. È una scelta che colpirà tutti i territori di Italia, tutte le regioni, che mette in discussione lo stesso principio di servizio universale sancito dalla legge.
Ecco, questo piano presenta, inoltre, ampi margini di irrazionalità. Io voglio farle un esempio su tutti perché lo vivo nella mia città, Crema. Un quartiere popoloso, 6-7 mila abitanti, e l’ufficio postale di Ombriano rientra nell’elenco di chiusura, quando di fianco abbiamo un ufficio postale che è stato acquistato da Poste italiane e per questo motivo verrà chiuso quello delle Poste di Ombriano appunto; e questa è una scelta che arrecherà disagi a migliaia di cittadini e a imprese anche, perché si lamentano le imprese, signora Ministro, banche e non soltanto.
Noi mettiamo al centro del nostro operato la persona e la giustizia sociale. Per questo non molleremo, terremo alto il controllo e faremo di tutto perché sui territori, insieme ai sindaci e insieme ai cittadini e qui in Parlamento, questo piano venga rimesso in discussione nei prossimi mesi.

dal resoconto della Camera dei Deputati di mercoledì 18 febbraio 2015

 

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SEL sostiene la lotta dei lavoratori della Berco

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La rottura delle trattative sui licenziamenti alla Berco da parte della ThyssenKrupp, la multinazionale proprietaria degli stabilimenti della Berco spa, è un atto grave e un affronto nei confronti del Governo italiano, oltre che dei lavoratori.

Bene fanno i sindacati e i lavoratori a insistere nella protesta e nella proposta, e altrettanto faccia il Governo, affinché gli atteggiamenti arroganti non vengano premiati.

Sinistra Ecologia Libertà è al fianco dei lavoratori in questa drammatica lotta per il posto di lavoro. Nell’ultima seduta, il 22 luglio, il Consiglio Provinciale ha approvato, su proposta del nostro gruppo, un ordine del giorno che dichiara il sostegno della Provincia alla lotta dei lavoratori e impegna la Giunta Provinciale a chiedere il coinvolgimento dell’Ente nella vertenza. Chiediamo perciò alla Provincia di farsi parte attiva e di mobilitarsi in questa direzione-

Interrogazioni parlamentari sono state presentate in proposito dai nostri parlamentari, e di recente il deputato di SEL del nostro collegio, Giulio Marcon, ha incontrato a Castelfranco lo scorso 5 luglio una rappresentanza dei lavoratori per valutare tutte le forme di sostegno e di pressioni possibili per uno sblocco positivo della situazione.

I lavoratori della Berco con la loro lotta difendono non solo se stessi e le loro famiglie ma anche la nostra economia, e la dignità del lavoro e del nostro paese a fronte di atteggiamenti inaccettabili da parte di una multinazionale che qualche motivo di debito nei confronti dell’Italia continua ad averlo.
 
Luca De Marco
coord. prov. SEL

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Contro la cementificazione del territorio veneto, volantinaggio di SEL oggi al Sant’Artemio

Oggi alle 18.00 volantinaggio di SEL  di fronte al Sant’Artemio contro il PTRC della Giunta Zaia
SALVARE IL VENETO
La Giunta Regionale sta presentando, provincia per provincia, la nuova versione del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC), che delinea le linee di sviluppo e di governo del territorio regionale per i prossimi anni.
Nella sua prima versione, il piano non è stato approvato perché non in regola con quanto la normativa prevede a proposito della tutela paesaggistica. Quindi al piano è stata data valenza paesaggistica ed ora ha ripreso l’iter di approvazione sotto forma di “variante parziale”.
Sinistra Ecologia Libertà muove rilievi fortemente critici al piano regionale, e per questo, in occasione di queste presentazioni, volantinerà all’ingresso degli incontri ai convenuti un breve documento nel quale si indicano i rilievi critici che vengono mossi alla proposta della Regione.
Assieme ad una serie di associazioni e comitati preoccupati della nuova possibilità di cementificazione, Sel si impegna a presentare osservazioni alla variante e a creare la mobilitazione necessaria a modificare l’impianto del PTRC.
A fronte delle dichiarazioni di buoni propositi sul contenimento del consumo del suolo veneto, la proposta del piano libera invece la possibilità di una nuova diffusa cementificazione. Basti pensare alla possibilità edificatoria che la Regione riserva a sua discrezione nel raggio di ben 2 km attorno ai caselli autostradali. Per questo è necessario un cambio di rotta, e che alle dichiarazioni di principio contro il consumo di territorio seguano decisioni conseguenti.
Luca De Marco
Coord. Prov. SEL Treviso Continua a leggere

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Accanto a “Libera la Domenica”

Il Gruppo Consiliare di SEL alla Provincia di Treviso ha presentato ieri il seguente Ordine del Giorno, a sostegno della proposta di legge presentata il giorno 14 maggio alla Camera dei Deputati per dire No alla apertura degli esercizi commerciale la domenica ed i giorni festivi.

L’iniziativa fa seguito alle decisioni prese dal Coordinamento Provinciale di SEL nella riunione di giovedì 4 aprile 2013

https://seltv.wordpress.com/2013/04/05/sel-rifiuti-zero-libera-la-domenica-no-tares-ed-altre-proposte/

libera la domenica
 
Ordine del Giorno
Libera la Domenica

Premesso che:

L’art 31 del Decreto Legge n. 201/2011 del cosiddetto “ Decreto Salva Italia” dal 1° gennaio 2012, ha liberalizzato definitivamente e senza esclusioni ed in tutto il territorio nazionale, il regime degli orari degli esercizi commerciali, superando il previgente principio generale dell’obbligo di chiusura domenicale e festiva dei negozi.
Secondo il governo Monti, questa eliminazione dei limiti e delle prescrizioni in materia degli orari, sarebbe correlata alla necessità di adeguare la disciplina nazionale ai principi previsti dall’ordinamento comunitario in tema di libera concorrenza tra gli operatori e pari opportunità di accesso al mercato;

Considerato che:

Alla Camera dei Deputati, nel mese di marzo 2012 era stato già proposto, ma non approvato, un Ordine del Giorno che avrebbe impegnato il Governo “ a rivedere” l’attuale disposizione in materia di liberalizzazioni, prevedendo la formulazione di una norma apposita e specifica, di concerto con le Associazioni di Categoria interessate e gli Enti Locali, in grado di prevedere una graduale revisione del principio delle liberalizzazioni degli orari del commercio, considerando anche e soprattutto la crisi economica del nostro paese, che colpisce in modo particolare il settore del commercio e quella della piccola e media distribuzione,
Inoltre; la liberalizzazione degli orari per gli esercizi commerciali, mette a rischio anche la sopravvivenza dei negozi al dettaglio che stanno scomparendo a vantaggio della grande distribuzione.
Non meno importante sottolineare che, la teorica spinta ad una maggiore apertura al mercato, non deve negare il diritto al giusto riposo dei lavoratori, alla partecipazione alla vita di comunità potendo anche rispettare le festività civili e religiose.
La chiusura nei giorni festivi e nelle domeniche, permetterebbe a lavoratori ed imprenditori di poter stare in famiglia, condividendo insieme anche ad amici, tempo libero ed interessi.

Il Consiglio Provinciale:

aderisce alla Campagna Nazionale “ Libera la Domenica” che ha già visto l’adesione delle Associazioni Sindacali ( CGIL CISL UIL ) di categoria, la Conferenza Episcopale Italiana e la CONFESERCENTI del nostro territorio ed invita i parlamentari veneti a sostenere la proposta di legge depositata il giorno 14 maggio 2013 presso la Camera dei Deputati volta a cambiare la normativa sulle liberalizzazioni degli orari, riportando nell’ambito delle competenze delle Regioni, le decisioni sulle aperture degli esercizi commerciali..

Il Consigliere Provinciale

Luigi Amendola


allegata la proposta di legge
http://www.liberaladomenica.it/wp-content/uploads/2012/11/Gazzetta-Ufficiale-annuncio-proposta-di-legge.jpg

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ASCOPIAVE non deve essere legata alle beghe della Lega

Dal Gruppo SEL in Provincia di Treviso

La Lega non è la proprietaria del futuro economico del nostro territorio e sopratutto l’operazione che è descritta oggi sulla stampa deve essere trasparente e spiegata ai cittadini e ai sindaci in modo chiaro e diretto. A tal proposito chiederemo anche un pronunciamento ufficiale tramite presentazione di una mozione in merito in Consiglio Provinciale per conoscere e garantire il futuro di Ascopiave che è una azienda sana e non capiamo il perché deve essere incorporata all’interno di una altra Azienda ( AGSM di Verona ) che vanta quasi 300 milioni di debiti verso le banche e quindi non sana ed il tutto a svantaggio della Comunità Trevigiana andando a sopperire alla mala gestione operata dalle Amministrazioni di un altro territorio.
Desideriamo porre all’attenzione dei Sindaci Trevigiani il problema perché è assolutamente necessario che ogni operazione che, tramite i comuni consorziati in ASCOPIAVE, veda partecipi i cittadini che poi sono indirettamente i proprietari della società stessa.

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Due fallimenti per nessun velodromo

Una buona notizia: l’Associazione Ciclismo di Marca si scioglie. Nel prossimo Consiglio Provinciale la Giunta Muraro porterà all’attenzione dell’Assemblea la scelta di scogliere il sodalizio. Il nostro gruppo aveva chiesto già anni fa che la Provincia si chiamasse fuori da una associazione come questa, i cui soci non sono volenterosi cittadini amanti dello sport ma tre enti pubblici: Provincia, Comune di Treviso e Comune di San Vendemiano. Nel concreto: Muraro, Gobbo e Dussin. L’Associazione è una creatura dell’on. Guido Dussin, già sindaco di San Vendemiano e più volte parlamentare della Lega, che attraverso l’Associazione ha gestito in questi anni una grossissima quantità di soldi pubblici destinati al ciclismo.

L’associazione “Ciclismo di Marca Treviso-San Vendemiano” nasce nel 2004, composta da soli enti pubblici. Tra i fondatori la Provincia di Treviso, che assieme al comune di San Vendemiano e di Treviso costituiscono questa associazione con lo scopo di organizzare le tappe del giro d’Italia che interessano il territorio provinciale e attività collaterali. Nelle intenzioni e nello statuto l’associazione era aperta all’ingresso di altri enti pubblici e aveva una scadenza, rinnovabile, a fine 2010 (rinnovata fino al 2040). Fin dalla sua costituzione presidente dell’associazione è l’onorevole leghista Guido Dussin.

Questa associazione è anche la destinataria di un contributo, proposto da Dussin e inserito tra le centinaia di commi della finanziaria 2007, che per i mondiali di ciclismo su pista del 2012 a Treviso destina 30 milioni di euro (2 all’anno per 15 anni) per accendere un mutuo per la realizzazioni delle opere necessarie. Per l’80% si prevede che vengano utilizzati per la costruzione di un velodromo.

Sia per il contributo dei 500.000,00 euro del 2005 che per i 30 milioni del 2007, artefice degli emendamenti a livello parlamentare è quindi lo stesso onorevole che poi gestirebbe quei soldi come presidente dell’Associazione Ciclismo di Marca. E li gestisce non con i criteri di una pubblica amministrazione, ma quelli di una semplice associazione i cui altri soci sono gli amici leghisti Gobbo e Muraro, e che ha come segretario un altro leghista, Nicola Cecconato. In pratica, soldi pubblici gestiti in forma privata. Probabilmente sarà tutto lecito e consentito, ma non ci è mai parso che si tratti di un esempio di gestione particolarmente trasparente dei soldi pubblici. Il Comune di Treviso aveva già individuato nell’area Servizi Treviso il luogo dove realizzare il velodromo, all’interno di una struttura polivalente dedicata allo sport.Ora i 30 milioni sono tornati nella disponibilità della Federazione Ciclistica, alla quale giungono ora diverse proposte su dove realizzare il velodromo. in particolare da parte del centro Le Bandie di Mosole. Guido Dussin, che non è più parlamentare ma è anche vicesindaco di San Vendemiano, chiede invece che il velodromo venga realizzato nel suo comune. E punta il dito contro le incertezze del Comune di Treviso: «Le baruffe trevisane dell’amministrazione del capoluogo hanno fatto perdere tre anni, adesso spero proprio sia la volta buona e che non ci siano più intralci» dichiara, «tantomeno l’ipotesi della cava Mosole che piace tanto a Gentilini. Sarebbe gravissimo portare avanti due progetti, dopo il tempo perduto. E mi devono spiegare perché 30 milioni di fondi pubblici dovrebbero essere investiti su un terreno privato» (secondo quanto riporta la Tribuna di Treviso). A Treviso del velodromo si parla fin dal 1985,e Gentilini l’aveva annunciato imminente nel suo primo mandato. Poi non se ne fece nulla. «Il velodromo – dichiarava Gentilini nel 2007 – è l’unica mia sconfitta in 14 anni di politica. Era tutto fatto, tutto pronto, poi per colpa delle demenzialità progettuali di chi lo aveva disegnato è tutto andato in fumo. Ma il terreno per il velodromo è ancora lì, nessuno l’ha toccato e lo toccherà. Siamo pronti». Poi lo stesso Gentilini nel 2009 dichiarava che il velodromo non serve: “Non ci servono cattedrali nel deserto, queste cifre vanno spalmate sulla nostra terra, che ne ha tanto bisogno”. Grande confusione sotto il cielo, in definitiva.Siamo insomma di fronte a due fallimenti. Il primo, quello di questa anomala associazione messa in piedi da leghisti per gestire senza tanti intralci un bel po’ di milioni di soldi pubblici. Il secondo, quello della gestione leghista del comune di Treviso, che nonostante diverse inaugurazioni e diversi progetti, non è riuscito a realizzare quanto più volte promesso.

Ora ci chiediamo:

Nel frattempo, la Associazione ha fatto spendere soldi pubblici inutilmente per la sua permanenza in vita ? Quanti soldi pubblici detiene ancora in pancia l’Associazione e come saranno destinati al suo scioglimento ? Su questo e su altro chiederemo spiegazioni nel prossimo Consiglio Provinciale, visto che in Commissione Sport le risposte non sono arrivate.

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Disagio sociale, una mano tesa dalla Provincia di Treviso

di Luigi Amendola*

mano-tesaDisoccupazione, precariato, contrazione dei consumi, rapida crescita della povertà, dilatazione delle zone di vulnerabilità della stessa sfera emotiva di persone  che molto spesso oggi portano a tragiche conseguenze,  hanno reso drammatica  la crisi economica, alimentata dalla politica del governo Berlusconi, e che ha ricevuto il colpo di grazia da  Monti, il proconsole insediato in Italia dalla Merkel per realizzare l’austerità fiscale. Una politica di austerità, fatta di  drastici tagli delle spese e di un aumento delle tasse, perverso, perché  ha infierito solo sui  ceti più deboli, della quale si era innamorata l’Europa,  

Un’austerità miope, al servizio dei poteri forti, che oggi, da quegli stessi che l’hanno voluta ed imposta, è considerata fallimentare. La stessa Commissione europea che l’ha imposta, oggi ammette di aver sottovalutato i danni che avrebbe provocato,  mentre ieri è rimasta sorda al richiamo di quanti mettevano in guardia che il taglio delle spese e l’aumento della pressione fiscale avrebbe finito per aprire ulteriori ferite ad economie depresse che già stavano attraversando gravi difficoltà, avrebbe portato alla scomparsa di migliaia di aziende, contratto la domanda di beni e servizi, avrebbe fatto esplodere la disoccupazione, avrebbe reso incerta la speranza nel futuro di milioni di giovani.

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La sicurezza idrogeologica e la relativa messa in sicurezza del nostro territorio sono delle vere priorità.

priulaIl ponte della Priula sarà oggetto di lavori di consolidamento per gli effetti di profonda erosione di alcuni piloni , causati dalla erosione del fume Piave. Almeno questo è stato affermato da dirigenti di Anas e Veneto Strade , presenti il giorno 28 febbraio u.s , insieme a al Genio Civile della Regione Veneto , durante la loro audizione avvenuta nella seduta congiunta della 2a e 4a commissione consiliare permanente ( Ambiente , Viabilità e Protezione Civile ).

Seduta da noi chiesta a seguito delle ingenti e copiose precipitazioni di pioggia , che hanno portato il fiume Piave ad una forte e continua erosione della struttura di alcuni piloni , anche a seguito di alcune segnalazioni pervenuteci da associazioni ambientaliste e cittadini preoccupati .

L’Anas ha dichiarato che provvederà con lo stanziamento di una somma di circa 1.600.000 euro ad iniziare a breve i lavori di consolidamento insieme ad una profonda ristrutturazione di alcune parti dello storico ponte.

Durante il Consiglio Provinciale del giorno 30 gennaio 2013 era stato approvato all’unanimità , un nostro Ordine del Giorno dal titolo “ La messa in sicurezza del nostro territorio è una priorità da non rinviare”.

Questa deliberazione era nata con l’intento di creare massima attenzione , sul fenomeno rischio esondazione e relativi allagamenti che causano danni a cose e a tutte le attività produttive della marca . Non a caso sono anni che sempre nel mese di novembre , basta un precipitazione al di sopra del normale , per determinare enormi disagi a molte parti della nostra provincia a causa di corsi d’acqua che superando i loro argini naturali , tendono ad arrivare ad inondare interi quartieri di Treviso buona parte dei comuni contermini , evidenziando una non corretta pianificazione urbanistica in buona parte della Marca Trevigiana.

Troppo cemento , una cattiva manutenzione degli argini e forse anche una sottovalutazione del rischio idrogeologico presente .

A tal proposito nel nostro Ordine del Giorno si fa riferimento ad una precisa direttiva europea la 2007/60 ( piano delle alluvioni ) che detta delle determinate tappe a cui tutti gli Stati Membri si devono adeguare , attraverso la produzione entro giugno del 2013 di dettagliate mappe della pericolosità da alluvione e mappe di rischio , assolutamente necessarie per una corretta pianificazione urbanistica ( PAT e PATI) . Si è quindi chiesta , Invitando il Genio Civile della Regione Veneto di relazionare il Consiglio Provinciale sullo stato di avanzamento di alcuni cantieri , volti a “curare “ i corsi d’acqua e lo stato di attuazione della direttiva europea .

La direttiva Europea 2007 /60 istituisce un quadro per la valutazione e gestione dei rischi di alluvione . Nella precedente direttiva 2000/ 60 era stato introdotto semplicemente il principio della buona qualità di tutte le acque , ma non era stato fissato alcun obiettivo relativo alla gestione del rischio alluvione né tenuto conto dell’aumento dei rischi di alluvione , a causa dei cambiamenti climatici. Ogni bacino idrografico viene “ assegnato “ a Distretti Idrografici , includendovi le acque costiere comprese quelle sotterranee. Ogni stato Membro indica una Autorità competente che nel nostro caso è L’autorità di bacino che per il nostro territorio ha una competenza diretta sul Distretto Idrografico delle Alpi Orientali. ( 14 bacini , 3 Regioni 2 Provincie autonome e 4 stati ) . Ciascun Distretto deve provvedere a predisporre un idoneo piano di gestione . Vengono fissate anche scadenze temporali ben definite e precise a cui ogni stato membro si deve attenere. La prossima scadenza che dovrà essere da noi rispettata sarà quella di Giugno 2013 dove dovranno essere redatte delle Mappe della pericolosità da alluvione e Mappe del rischio di alluvioni. Mentre l’ultimo termine per la pubblicazione di Piani di Gestione sarà giugno 2015 .

Immaginando una evidente complessità delle norme presenti , abbiamo proposto non solo la massima divulgazione delle cultura della protezione del territorio , compresa quindi ad una limitazione di uso sconsiderato di nuovo cemento , ma la redazione di un apposito Vademecum redatto dalla Provincia di Treviso , da distribuire a tutti gli Amministratori Locali , per aiutarli a districarsi da una legislazione complessa che permetta anche a chi si occupa di pianificazione urbana , di non doversi avvalere spessissimo di consulenti esterni assai costosi.

Non dimentichiamoci che la partecipazione alla pianificazione urbana anche da parte dei cittadini , deve per forza passare anche e sopratutto attraverso la comprensione semplice e chiara di norme assai difficili ed incomprensibili per la quasi totalità di tutti noi .

Ultimo ma non meno importante tema discusso sempre nelle commissione e sempre da noi proposto al Genio Civile della Regione , che pur ammettendo la presenza di cantieri volti al contenimento delle acque , lamenta una sempre maggiore difficoltà nel procurare risorse economiche da destinare ad una corretta pianificazione e programmazione dei vari lavori di messa in sicurezza del nostro territorio

Diventa sempre meno “ virtuoso “ sostenere una politica di contenimento della spesa pubblica anche attraverso le strette maglie del nostro patto di stabilità Interno .Al contrario un allargamento delle spesa pubblica volta ad investimenti che riguardano la messa in sicurezza del territorio da tutti i punti di vista , sembra veramente l’unica via da seguire per avere da una parte, una protezione dei luoghi dove viviamo e dall’altra, la creazione di nuovi posti di lavoro per il nostro territorio.

Luigi Amendola

Capogruppo Sinistra Ecologia Libertà

Provincia di Treviso

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La Lega al governo ha fallito, ora serve la buona politica

l muro di legno all’ex Provincia, i messaggi allarmistici lanciati in occasione della manifestazione di ZTL di qualche giorno la, le roboanti e minacciose dichiarazioni de “il” sceriffo, sono parte di una furbesca strategia mistificatoria della Lega e di Gentilini. L’obiettivo evidente è quello di portare strumentalmente sul terreno dello scontro tra tutori della legalità e presunti pericolosi anarcoidi quello che in realtà si è manifestato come un problema politico e amministrativo che l’Amministrazione non ha saputo gestire, e che oggi mette davanti a tutti la scena di un totale fallimento. Lo scontro della Lega con ZTL serve solo a mascherare il fiasco della propria esperienza amministrativa. Il vero contrasto non è tra Gentilini e la Lega e un gruppo di giovani facinorosi, ma tra questa Amministrazione e l’intera città, alla quale si sta di fatto pregiudicando lo sviluppo futuro e anzi la si riporta indietro.
Quello degli spazi per i giovani e per la cultura da un lato, e quello dello svuotamento degli edifici del centro, sono infatti i frutti di una conclamata incapacità programmatoria e gestionale da parte di chi ha retto le sorti del capoluogo in questi ultimi lunghissimi anni.
La partita del risiko immobiliare è stata seguita con la consueta superficialità e inconsapevolezza della posta in gioco. Oggi la sequela di edifici dismessi nel centro della città, arricchita ora da quei muri di legno che sono il segno ulteriore di un degrado prodotto dalla classe politica al governo, è il marchio evidente di un fallimento totale nella gestione della città. La politica del tombino e della esasperata ricerca del consenso in una campagna elettorale continua, porta a trascurare i fondamentali della buona amministrazione, che sono fatti anche di fognature e di capacità di programmazione urbanistica.
La partita del risiko è un fallimento anche per la Lega al governo della Provincia. Le altisonanti finalità dell’operazione immobiliare del 2008 riguardavano infatti anche Villa Franchetti, da adibire a campus universitario, con la creazione di un auditorium da 2.500 (la cui realizzazione secondo De Poli doveva partire nel 2012). Quella che veniva annunciato era nientemeno che la costruzione di un’area metropolitana Treviso Venezia.

Alla fine, per ora solo chiacchiere per riempire i giornali e giustificare disinvolti interscambi immobiliari, che lasciano in triste eredità edifici abbandonati e recinti di legno. È giunto il momento che, davvero, Treviso e la provincia dicano basta allo sgoverno della Lega, e che si a
Luca De Marco
coord. prov. SELpra una fase nuova all’insegna della buona politica.

Luca De Marco
coord. prov. SEL

PROVINCIA.jpg

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La Provincia di Treviso e L’Edilizia scolastica …una eterna “ desiderata “

A seguito delle continue segnalazioni da parte degli studenti e degli utenti e dei genitori dei ragazzi  , accompagnate anche da visite e colloqui anche con i Presidi di alcune scuole superiori della Provincia di Treviso , abbiamo deciso di chiedere la convocazione urgente della Commissione Edilizia Scolastica provinciale che avverrà il giorno 7 febbraio alle ore 18.30 presso la sala consiliare del Sant’Artemio.

La nostra richieste è stata immediatamente firmata e sottoscritta dal Capogruppo del Pd e di quello del Centro Democratico provinciali, che condivideranno con noi questa battaglia 

 

 

Per questo appuntamento abbiamo espressamente richiesto la presenza degli studenti di alcune scuole che presenteranno un dettagliato dossier , che verrà poi consegnato all’Assessore alla Edilizia Scolastica Provinciale ed al Presidente Muraro, dove verranno sottolineate e denunciate le situazioni più critiche e difficili di alcuni Istituti scolastici trevigiani.

 

Onestamente il continuo ripetersi di disagi a carico degli studenti e anche di chi vi lavora è sinceramente diventato insopportabile e non può più essere continuamente rinviato l’inizio di qualche soluzione concreta.

 

 

 

Conosciamo l’effetto della “ famigerata “ spending review” del Governo Monti che ha di fatto   impoverito tutti gli enti locali, ma questa non può essere una giustificazione perenne e risolutiva al problema delle strutture scolastiche fatiscenti e inadeguate .

 

Chi governa il nostro territorio ha ora il dovere di trovare le idonee risorse o attuare piani di intervento ( accorpamenti o spostamenti ) per determinare un corretto ed idoneo piano di ristrutturazione della  Edilizia Scolastica Provinciale.

 

 

Sinceramente siamo abbastanza stufi delle “ desiderata “ scritte su qualche foglio , o delle continue promesse fatte anche a mezzo stampa .

 

Pensiamo che sia arrivato il momento di dare delle risposte concrete ai molti disagi che vivono quotidianamente  gli studenti trevigiani.

 

 

Abbiamo  la sensazione che la giunta provinciale ultimante , sia stata più attenta ai vari cambi di poltroncine dei vari Enti , che  essere realmente accanto ai cittadini della marca.

 

 

Poche ma importanti sono le funzioni che rimangono in mano all’Ente Provincia , e chiediamo che,a questo punto la scuola sia una di quelle più importanti e soprattutto quella che merita maggiore attenzione da parte del Presidente Muraro.

DI STRADE E ROTONDE ……NE ABBIAMO PURE TROPPE!

 

 

Luigi Amendola

Capogruppo Sinistra Ecologia Libertà

Provincia di Treviso

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