Il testo completo della neoletta Presidente della Camera
(16 marzo 2013)
Il testo completo della neoletta Presidente della Camera
(16 marzo 2013)
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La Deputata, eletta nelle Liste di SEL, è la quattordicesima Presidente nella storia della Repubblica Italiana.
Siamo orgogliosi di aver contribuito, come elettori e militanti di SEL, a portare in Parlamento una figura limpida come quella di Laura Boldrini, che oggi, nel suo discorso di insediamento come Presidente della Camera, ha saputo esprimere al meglio il rispetto delle istituzioni democratiche e del loro ruolo, e il significato del suo, e nostro, impegno civile e politico. La splendida accoglienza che buona parte della Camera ha riservato al suo discorso costituisce una buona partenza per la legislatura. La voglia di cambiamento è presente in tanta parte del nuovo e rinnovato parlamento, e se si riuscirà a convogliarla costruttivamente in una prospettiva di governo, forse un po’ di speranza potrà tornare a risollevare un paese piegato da una crisi lancinante e dalle ricette sbagliate che gli sono state imposte.
Grazie a tutti per il sostegno, ce l’ho fatta! Ciò nonostante non riesco ad essere contenta perché si prospetta una situazione veramente difficile per il Paese. E’ vero che il centrosinistra ha vinto, ma i numeri non garantiscono la governabilità.
Nelle democrazie si vince anche per un voto. Nel 2000 George W. Bush vinse per 500 preferenze in Florida. Un indipendente ecologista sottrasse quasi 3 milioni di voti al partito democratico e questo segnò la vittoria dei repubblicani…
Nel futuro Parlamento italiano sarà difficile ma anche interessante portare avanti delle battaglie con la volontà di trovare il sostegno anche del M5S su grandi temi come: reddito minimo garantito, beni comuni, riforma della legge elettorale e tagli ai costi della politica.
C’è da augurarsi che chi ha veramente a cuore l’interesse del Paese possa trovare un accordo su temi condivisibili.
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VIDEO Nichi Vendola – “La mia casa è il centrosinistra e nella mia casa non c’è l’UDC”
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Nichi fa gli auguri attraverso una videolettera. “Nonostante un contesto così difficile e inquietante abbiamo bisogno di scambiarci gli auguri e abbiamo bisogno che coloro che hanno serenità e allegria sappiano spartirli con coloro che non ne hanno.”
Guarda il video
È un Natale un po’ strano e bizzarro questo, attraversato dalle paure dei lavoratori che rischiano il posto di lavoro, dai disastri ambientali sempre più dimenticati e dalla possibilità di nuove imminenti guerre. È un Natale strano per l’Europa, avvitata nei tentativi di salvare la moneta e negli incubi delle proprie contraddizioni che molte volte seminano culture dell’odio; è un Natale strano per l’Italia, stretta nella morsa delle manovre del vecchio e del nuovo governo, un Natale di negozi vuoti e strade piene. È un Natale strano per chi perde il lavoro e per chi non ce l’ha. Dobbiamo avere il coraggio di dire che non c’è festa se sotto l’albero non portiamo i doni della giustizia sociale, della tutela dei diritti dei più deboli.
Vale comunque la pena abbracciarci in questo Natale, carico di domande, di paure.
Voglio fare gli auguri all’Italia, al mio paese. Ho visto l’immagine di un giovane senegalese che piangeva per la tragedia di Firenze e aveva in testa un cappellino con la scritta “Italia”: non ho visto nessuna immagine bella come quella per celebrare i nostri 150 anni. Una patria è viva e vera se è capace di allargare le braccia per accogliere.
Vorrei fare gli auguri al Sud, che rischia di scivolare sempre più indietro nella qualità della vita.
Auguri alla mia Puglia, che dentro al Sud cerca di emergere e di portare il resto del Mezzogiorno a una condizione nuova di emancipazione.
Nonostante un contesto così difficile e inquietante, abbiamo bisogno di scambiarci gli auguri e abbiamo bisogno che coloro che hanno serenità e allegria sappiano spartirli con coloro che non ne hanno.
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Provincia di Treviso
Gruppo Consiliare Sinistra Ecologia Libertà
Treviso, li 28 novembre 2011
Al Signor Presidente Della Provincia di Treviso
Al Signor Presidente Del Consiglio Provinciale
IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI TREVISO
PREMESSO CHE:
Il Presidente della Repubblica Napolitano ha indicato come una delle priorità per il parlamento italiano di affrontare il problema della cittadinanza italiana, per tutti i bambini nati nel nostro paese , da figli di immigrati stranieri.
CONSIDERATO CHE:
La Provincia di Treviso è una delle provincie italiane con la più alta percentuale di stranieri regolari (11,5% sul totale dei residenti ) e che dei 9.018 nati nell’anno 2010, 2.148 erano stranieri ( 23,8% del totale dei nati), aumentando in modo positivo anche il numero dei bambini nella marca, a favore di un netto ringiovanimento della popolazione trevigiana . Questi nuovi nati rappresenteranno uno dei motori di rilancio per il nostro territorio nei prossimi anni.
CHIEDE :
Luigi Amendola
Consigliere Provinciale
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Tassare i grandi patrimoni e le grandi rendite, redistribuire la ricchezza, ridurre le disuguaglianze.
Colpire l’evasione e l’elusione fiscale. Per aumentare i redditi bassi e rilanciare la domanda.
Tassazione delle rendite finanziarie
Servono nuove regole per scoraggiare le speculazioni finanziarie, e rimettere al centro l’economia reale. Con politiche industriali all’altezza della crisi e contrastando la delocalizzazione selvaggia.
Tagliare le spese militari
Possiamo permetterci di mantenere l’ottava spesa militare al mondo e il secondo esercito in Europa ? ci servono 151 nuovi cacciabombardieri, 8 aerei senza pilota e 2 sommergibili, mentre si tagliano scuola e sanità ?
Cura del territorio
La prima e più urgente opera pubblica. Invece del Ponte sullo Stretto e di grandi costosissime opere, investire nella prevenzione del dissesto idrogeologico e nella manutenzione del territorio salverebbe vite umane e produrrebbe buona occupazione e crescita. Evitando di spendere di più poi, per riparare i disastri.
PER UN’ITALIA MIGLIORE
www.selveneto.eu
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E’ un ciclone. Non è un vento di cambiamento, semmai un uragano di buona politica. Milano, Napoli, Cagliari, Trieste e tante, davvero tante, altre realtà d’Italia sono gli emblemi di un Paese che ha già voltato pagina, che vuole cambiare e guardare al futuro, che non si fa più ingannare dalla vecchia politica e dai venditori di tappeti che in questi giorni hanno trattato i cittadini come perfetti stupidi. Come se fosse possibile comprarsi qualsiasi cosa, un voto quanto la dignità.
C’è un’Italia migliore. Quella che non ha mai avuto paura, che non ha mai smesso di sperare e di lottare, che non si è lasciata andare a facile promesse o all’estremismo di una campagna elettorale condotta in maniera irresponsabile da Berlusconi e da molti suoi sodali.
Adesso niente sarà più come prima, che Berlusconi se ne vada stasera o domani. Il berlusconismo è alle corde non solo per le sconfitte elettorali, ma perché queste dimostrano la comparsa alle porte della storia di un racconto di un’Italia che sembrava dimenticata nelle falde del ciarpame visto nei palazzi in questi grigi anni. E’ l’Italia più bella, quella dei giovani tornati alla politica, delle donne e degli uomini che hanno visto in Giuliano Pisapia, Luigi De Magistris, Massimo Zedda, per citarne alcuni, i simboli di una liberazione collettiva e partecipata da una classe dirigente incapace e prepotente.
La partita è riaperta, finalmente. E sono fuochi d’artificio. Erano anni che non li vedevamo di così belli. Godiamoceli, anche se per poche ore. Perché adesso è venuto il momento di ricostruire un Paese intero e di farlo con il sorriso sulle labbra.
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Rispettiamo e difendiamo la Costituzione e l’Unità dell’ItaliaLa battaglia in difesa della Costituzione ha oggi un senso profondo perché porta dentro di sè la difesa, puntuale e inemendabile, di tutti i suoi diritti e i suoi valori. A cominciare dal diritto a un’istruzione pubblica e libera da condizionamenti, da obbedienze, da reticenze. Diritto negato da un governo che si appresta a tagliare altri 1400 posti nella scuola pubblica in Veneto.Oggi la priorità non è quella di riformare la Costituzione ma di rispettarla e applicarla. Dal principio della legge uguale per tutti, al principio della responsabilità sociale delle imprese, alla lotta contro le discriminazioni e per la rimozione “degli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.Il Governo intende prendere la Costituzione come alibi per la propria incapacità. Un atteggiamento irresponsabile, di chi preferisce demolire le istituzioni piuttosto che ammettere di essere al proprio capolinea politico. Incapace di mettere in piedi una politica economica dignitosa, il Governo invoca la modifica dell’art. 41 della Costituzione. Incapace di migliorare il funzionamento della giustizia per i cittadini, prepara la riforma della Costituzione sull’organizzazione della magistratura.L’unità nazionale è il contesto nel quale la Costituzione va applicata. Chi vuole dividere il paese punta a costituire uno staterello dittatoriale e centralistico del Nord, dominato da un nuovo nazionalismo padano e retto da una dinastia ittica. Solo una vera cultura delle autonomie, non l’imbroglio del federalismo del Governo che aumenta le tasse e amplifica le disuguaglianze, può rafforzare l’unità del paese, introducendo responsabilità ed efficienza, e facendo forza sulla ricchezza delle autonomie e dei territori per costruire un’Italia migliore e più giusta.Il contratto collettivo nazionale di lavoro è uno degli elementi dell’unità della Repubblica Italiana, “fondata sul lavoro”. Tutelare i diritti di chi lavora, assicurare la sicurezza nei luoghi di lavoro, diminuire la tassazione a lavoratori e pensionati, aumentare il potere d’acquisto delle retribuzioni, combattere il precariato e le dimissioni in bianco, sono anche queste lotte per la difesa della Costituzione e dell’unità del paese. |
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