Fertility Day: una campagna sbagliata fino al razzismo

Le campagne pubblicitarie del ministro della salute Beatrice Lorenzin delle scorse  settimane  sono riuscite ad offendere contemporaneamente donne e uomini che vogliono e hanno figli, coloro che per scelta non ne hanno e soprattutto donne e uomini infertili o sterili.

L’opuscolo  odierno invece rientra nel canone del razzismo becero.

Queste campagne  non sarebbero dovute nemmeno apparire se in Italia ci fosse un ministro della salute con qualche nozione di base medico scientifica o perlomeno, nella sua ignoranza in materia, un ministro in grado di circondarsi di collaboratori capaci e ferrati.

Ciò che succede  è che salta l’incarico  al direttore della comunicazione ma rimane in carica un ministro che ha dimostrato più volte la sua incompetenza.

Oltre ai poster irritanti ed offensivi, il sito del fertility day  negli ultimi giorni ha subito notevoli cambiamenti: le sezioni precedenti, endometriosi e procreazione medicalmente assistita  sono scomparse e rimane un elenco  generico delle cause di sterilità con un invito ad avere comportamenti che spingano a fare figli in giovane età.

Come mai scombussolare un sito istituzionale di un ministero a qualche giorno dall’evento stesso?

Forse perché l’ endometriosi, prima causa di sterilità nella donna, non è ancora rientrata nei livelli essenziali di assistenza nonostante le reiterate promesse dello stesso ministro Lorenzin e quindi il 20% delle donne italiane che soffre di questa malattia non ha diritto a cure gratuite?

Forse perché la procreazione medicalmente assistita ha dei costi molto impegnativi  e quasi interamente sulle spalle delle coppie che vivono  il problema e che spesso si trovano  costrette  a rivolgersi a strutture private dati i tempi di attesa a volte molto lunghi dei centri pubblici che non sempre le malattie concedono?

Forse perché la spending review prevede tagli alla sanità per 1,5 miliardi di euro stando alle notizie di stampa della settimana scorsa?

Di cosa vuol parlare allora questo fertility day? Come si può fare prevenzione  senza informare sulla sterilità stessa?

Quello che amareggia ancora di più è che un tema che riguarda tutti come quello della fertilità sia trattato con tanta approssimazione: può la salute pubblica essere ristretta  ad una mattinata di conferenze in video collegamento senza un programma adeguato sui territori che parta dagli adolescenti in su?

Forse perché i consultori familiari sono stati svuotati di personale e sostegno economico?

Dove si trovano in questo sito un elenco minimo delle attività che si vogliono mettere  in campo per difendere la fertilità e l’entità degli investimenti economici previsti e suddivisi per voce?

Poi, come sempre accade, il centro della questione rimane sempre il corpo delle donne ed il potere della donna di gestire il proprio corpo.

Si è parlato tanto, in  questo fertility day,  dell’orologio biologico, come se il corpo di una donna fosse una bomba ad orologeria.

Come se invece, gli spermatozoi non  invecchiassero dopo i quarant’anni, aumentando di molto la possibilità di malattie genetiche.

I dati sulla  fertilità in  nostro possesso sono fuorvianti, perché spesso si basano sulle coppie che si sono rivolte ai centri di procreazione assistita  e questo rende difficile valutare la popolazione nel suo insieme.

La sterilità, femminile o  maschile che sia, ricade comunque sul corpo delle donne, sui sacrifici fatti dalle donne per lo studio e sulle prospettive e possibilità di carriera: quindi, la stucchevole discussione sull’orologio biologico, sul conciliare lavoro e famiglia non deve essere più un argomento  che affligge le singole donne, ma piuttosto un problema che riguarda tutta la società, che deve essere matura  a sufficienza per  organizzarsi e strutturarsi ad accogliere maternità e  paternità consapevoli: senza questo non si può parlare di prevenzione della sterilità.

È arrivato il momento di spostare l’obiettivo ed il mirino dal ventre della donna verso temi più ampi, che coinvolgono tutti i settori della società, perché la vita delle famiglie è cambiata ma non sono cambiati i tempi del lavoro, né per le madri né per i padri.

Il peso sociale e lavorativo continua  sempre a cadere sulle donne.

Oltre a queste considerazioni, c’è un altro semplice motivo per cui i figli si fanno sempre meno e ce lo dice l’ Istat a fine agosto: 51 mila donne hanno perso il lavoro e 52.000 nemmeno lo cercano più.

Perché se la fertilità è un “bene comune” secondo il ministro Lorenzin,  non sono beni comuni la scuola pubblica sempre più privatizzata, gli asili nido che non sono gratuiti e nemmeno a prezzi accessibili e  non è bene comune il lavoro stabile ma anzi il precariato a vita é spesso una certezza.

In queste condizioni, spesso non fare figli quando non si può dar loro una prospettiva è quasi un obbligo ed un atto di responsabilità.

Vedendo la situazione da questi punti di vista, è palese come la ministra Lorenzin ed il nostro governo non siano minimamente interessati alla nostro fertilità.

Alessia Grassigli

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Le voci del NO: Casson e Menapace a Vittorio Veneto e Treviso

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Dalla parte della Costituzione e del Lavoro

“Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Nell’articolo 1 c’è già tutto, ma la batteria di controriforme messe in campo dal governo va in direzione opposta. Il referendum costituzionale, e la proposta della CGIL della carta universale dei diritti dei lavoratori, sono occasioni da non perdere per rimettere in carreggiata la nostra democrazia rispetto ai compiti fondamentali indicati dalla Costituzione. Sinistra Italiana si costruisce anche per questo e su questo, perché l’esigenza di giustizia sociale e la rivendicazione dei diritti sociali e individuali non è oggi meno urgente di ieri.
Se la disuguaglianza sociale non diminuisce ma anzi aumenta, se il rilancio dell’occupazione si vuol far credere passi attraverso l’abbassamento dei diritti, se lo stato sociale viene ridimensionato a suon di tagli e non si attuano serie politiche contro la povertà e non si rilanciano gli investimenti pubblici, allora si vien meno non solo ad una politica efficace per uscire dalla lunga crisi ma si vien meno anche al programma fondamentale che i costituenti fissarono nella Costituzione come via maestra per la nostra Repubblica, e non è casuale che si voglia manomettere la nostra Costituzione, indicata in un documento della JP Morgan come viziata da eccesso di socialismo in quanto figlia della resistenza, e quindi di ostacolo al pieno dispiegamento delle misure ispirate all’ideologia neoliberista e al contrasto alla funzione sociale e redistributiva dell’intervento pubblico.
La funzione di una forza politica della sinistra si colloca, oggi come ieri, in questo crinale tra una falsa modernizzazione che è un ritorno all’antico e all’allontamento delle masse popolari dai luoghi nei quali si decide, e invece un allargamento della democrazia e della partecipazione dei cittadini alle grandi scelte, e un ampliamento dei diritti e una lotta alle disuguaglianze e ai privilegi, come via per il benessere collettivo e per un nuovo modello di sviluppo più solidale tra le persone e tra il genere umano e il pianeta che lo ospita.
Ne parliamo con autorevoli esponenti di Sinistra Italiana, il deputato Alfredo D’Attorre e Simone Oggionni del comitato promotore nazionale, assieme al Presidente Provinciale dell’Anpi Umberto Lorenzoni e a Nicola Atalmi, segreteria provinciale della CGIL.

18 luglio volantino

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Basta centri commerciali

Fa bene l’associazione dei commercianti a riproporre il tema dell’abnorme sviluppo dei centri commerciali nella nostra provincia. Già da tempo si è andati oltre ogni ragionevole misura. Nonostante alcuni progetti siano stati fermati, negli ultimi anni, anche grazie al piano territoriale provinciale, che ha resistito ai tentativi di modifica che la giunta Muraro voleva introdurre per dare il via libera a un paio di mega insediamenti, l’azione di Regione e Comuni sta producendo ancora nuove aperture indiscriminate, realizzate su terreni liberi anziché, come prevede il piano provinciale, in aree dismesse già cementificate. Si consuma così ulteriore territorio in un’area che ha già dato in termini di devastazione del paesaggio e di copertura cementizia del territorio. La viabilità viene riforgiata ad uso dei nuovi centri, e non vengono considerate le conseguenze sociali di uno spostamento delle attività di consumo, e a volte di svago, all’esterno delle città verso le periferie. Le ricadute centri commoccupazionali sono sempre gonfiate nelle previsioni, non considerando le ricadute disoccupazionali che un nuovo centro crea in altre realtà aziendali, e spesso la realtà degli occupati non corrisponde a quella degli assunti. In più la liberalizzazione selvaggia degli orari, senza alcun limite alle aperture festive, peggiora la vita dei lavoratori dei centri e penalizza altri tipi di attività, comportando modificazioni peggiorative del comportamento sociale. In Parlamento giace, bloccata da anni, una legge pur blandissima di revisione della deregulation selvaggia imposta dal governo Monti, che evidentemente ha il favore di potentissime lobbies.

D’altro lato bisogna fare attenzione a che la giusta ostilità al consumo di ulteriore suolo agricolo non spinga alla saturazione speculativa di tutti i perimetri urbanizzati, peggiorando ulteriormente la qualità della vita e dei territori urbani, come pare invece indicare la proposta di legge presentata da Zaia e all’esame del consiglio regionale e venduta come legge contro il consumo di suolo.

Serve dunque una mobilitazione perché il parlamento legiferi sulle aperture festive, perché il consiglio regionale riveda la proposta di legge di Zaia e perché lo sgretolamento delle Province non faccia venir meno i giusti vincoli del piano provinciale, e perché i Comuni non debbano ricorrere all’urbanistica contrattata come unica vera fonte di finanziamento.

Luca De Marco

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Assemblea Provinciale di Sinistra Italiana

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Sabato si riunisce l’assemblea provinciale di Sinistra Italiana, che chiama a raccolta gli aderenti, gli interessati e i curiosi di questo processo innovativo che porterà nei prossimi mesi a costruire il nuovo soggetto della sinistra italiana. A Treviso, presso la sala della Fondazione Zanin in via Stradella Interna A, parcheggio in prato della Fiera. Portiamo tutti il nostro entusiasmo, i nostri dubbi, le nostre speranze e le nostre preoccupazioni e occupazioni per avviare nel nostro territorio il percorso costituente all’insegna della partecipazione e del confronto democratico.

Dalle ore 14,30 puntuali l’Assemblea si aprirà con delle comunicazioni su alcune delle battaglie e campagne qualificanti che incrociano il cammino del nuovo soggetto in formazione, dalla questione cruciale del referendum sulla deforma costituzionale Renzi Boschi, alla proposta di nuovo Statuto del lavoro messa in campo dalla CGIL, alla campagna contro l’oscuro patto sul commercio transatlantico TTIP, alla campagna per la verità su Giulio Regeni, al prossimo Gay Pride a Treviso. E lascerà quindi spazio e parola a tutti i partecipanti.

Nel corso dell’assemblea sarà possibile dare l’adesione formale a Sinistra Italiana e la disponibilità alla partecipare al comitato promotore provinciale.

Dalla Carta degli Impegni di Sinistra Italiana:

“Siamo qui per riconquistare la politica, per restituire forza alla democrazia, per cambiare le nostre vite. Siamo qui perché siamo convinti che in Italia sia necessario organizzarci insieme agli altri popoli per cambiare l’Europa, per combattere le diseguaglianze, restituire dignità al lavoro, per garantire reddito a chi non ce l’ha, ripensare radicalmente un sistema economico che mette a repentaglio il pianeta e i nostri territori, per dare speranza e accoglienza a chi fugge dalla guerra, per dare una possibilità di restare ai tanti giovani costretti a partire da un paese oggi in ginocchio, ma che ha ancora la forza e la possibilità per risollevarsi.

Per farlo intendiamo dar vita a un partito, non un cartello elettorale, che si candidi a governare il paese per cambiarlo e che lo faccia con un profilo credibile e autonomo, in competizione con tutti gli altri poli esistenti. Nascerà con il congresso fondativo il prossimo 3, 4 e 5 dicembre, dopo un percorso vero di partecipazione, assemblee popolari di approfondimento, confronto, non solo tra noi, ma anzitutto nella società e con il coinvolgimento dei soggetti sociali che vogliamo coinvolgere.

Da oggi cominciamo a dare battaglia nella società e nelle istituzioni e dentro la sfida referendaria con 4 campagne:
Per rianimare la democrazia e rilanciare la forza e la vitalità della Costituzione. Per la centralità dei saperi, istruzione e ricerca. Per la dignità del lavoro e un nuovo welfare universale contro diseguaglianze e precarietà. Per la giustizia climatica e la conversione ecologica. (…)

Per cambiare una politica che vive quasi esclusivamente nei talk show serve ricominciare dai territori e dal protagonismo di chi ci vive. Dobbiamo portare le nostre idee città per città, quartiere per quartiere, strada per strada, casa per casa.
Ci mettiamo in cammino per sconfiggere l’idea che non ci sono alternative e sottrarci a un destino cui non vogliamo rassegnarci.”

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L’AUTO IN ITALIA, SIMBOLO DEL DECLINO

Qualche giorno fa il Presidente del Consiglio Renzi ha avuto ancora una volta parole di apprezzamento per l’AD di FCA (ex FIAT) Marchionne, affermando che contro la disoccupazione in questo Paese ha fatto più Marchionne che certi sindacalisti (ANSA.it, 3 aprile ’16). Quindi si potrebbe pensare che l’Italia sia ancora un grande produttore di auto, uno dei grandi europei: niente di più sbagliato.FIAT.H2

I dati del 2014 sono molto chiari: in Italia sono state prodotte 401.317 auto (neanchhe mezzo milione !), mentre in Germania ne hanno prodotte 5.604.026 (sì, proprio 5 milioni); la Spagna ne ha prodotte 1.898. 342, la Gran Bretagna 1.528.148, la Francia 1.495.000; ci stracciano ampiamente anche Cechia e Slovacchia, rispettivamente con 1.246.506 e 962.500 (fonte “Quattroruote” giugno 2015, a sua volta su dati OICA ed Eurostat 2014). Nel mondo dell’automobile siamo dunque diventati un Paese marginale, almeno sul piano produttivo e occupazionale.

Dov’è finita l’Italia dei grandi numeri di una volta? E vogliamo ricordarli? In Italia nel 1990 furono prodotte 1.717.345 vetture tra FIAT, Alfa Romeo e Lancia. Poi c’è stata la grande crisi, ma quanta produzione e occupazione ha creato Marchionne, tanto caro a Renzi?

Però Renzi è estasiato per le Jeep costruite in Italia; dice che vengono fatte in Basilicata e che questa per lui è una cosa bellissima (ancora fonte ANSA.it). A parte il fatto che a Melfi viene prodotto un modello e non tutte le Jeep, forse nessuno gli ha ricordato che in compenso ormai molte FIAT le fanno all’estero, dalla Polonia alla Turchia passando per la Serbia.

E’ vero che nel 2015 c’è stato un aumento della produzione di auto in Italia: secondo dati ANFIA ci siamo attestati su 663.000 veicoli (comprese le produzioni non FCA) e questo vuol dire +65% rispetto all’anno prima, ma stiamo parlando di numeri ridicoli rispetto al non lontano passato che ricordavo prima. E in mezzo c’è una media produttiva degli ultimi 10 anni di 609.000 veicoli all’anno, col minimo di 338.000 nel 2013. Tutto ciò in un Paese che comunque continua a comprare: 1.575.000 nuove immatricolazioni nel 2015; quanta ricchezza, quanto lavoro avremmo potuto avere in Italia invece di trasferirli all’estero? (Fonte Ilsole24ore.com , 10 febbraio 2016).

Di cosa dovremmo gioire? In tanto deserto industriale e con tanta produzione spostata in altri Paesi non ci sono rimasti neppure i profitti industriali da tassare, visto che la sede fiscale di FCA è stata spostata in Gran Bretagna, la quale quindi ne tassa i profitti e guadagna al posto nostro. Il danno e la beffa!

All’Italia non serve una politica delle chiacchiere da comizio, non servono le facili battute non dimostrate sui grandi successi del governo e dei suoi amici. Abbiamo bisogno invece di una vera politica industriale e dell’auto, una politica che riporti in Italia produzione, lavoro, profitti e relative imposte, e anche “immagine” per il Paese.

E infine abbiamo bisogno di una politica che sappia incentivare, promuovere e imporre l’innovazione tecnologica: auto elettriche, ibride, a idrogeno (fantascienza?) per trasformare in tempi rapidi la mobilità automobilistica in senso più sostenibile per l’ambiente e per la nostra salute, anche con auto di produzione nazionale.

Stefano Fumarola

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manifestazione a Treviso per il sì al referendum

Domani a Treviso, al pomeriggio, si terrà una  manifestazione in favore del sì al referendum del prossimo 17 aprile per fermare le trivelle entro le 12 miglia dalle coste, impedendo che al termine delle concessioni le attività delle piattaforme possano continuare a tempo indefinito.

Dalle 17,00 presso la loggia dei Cavalieri interverranno don Albino Bizzotto dei Beati i  Costruttori di Pace, la deputata di Sinistra Italiana e vicepresidente della commissione Ambiente della Camera Serena Pellegrino, , il senatore del Movimento5stelle Gianni Girotto, il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni, il presidente del circolo Legambiente Piavenire Fausto Pozzobon, il Presidente del Consiglio Regionale del Veneto Roberto Ciambetti, della Lega Nord e promotore del referendum assieme ad altri otto consigli regionali. Coordina Marina Salvato, del coordinamento trevigiano “Votà sì per fermare le trivelle”. All’inizio è previsto un flash mob a cura della rete degli studenti medi.

Nel fine settimana sono previsti banchetti per informare sul referendum nei maggiori comuni della provincia. Continua quindi la mobilitazione popolare per raggiungere l’obiettivo di segnare un punto a favore di un nuovo modello di sviluppo che metta in archivio lo sfruttamento selvaggio del territorio delle risorse naturali e per tutelare lo strumento democratico del referendum popolare contro chi vorrebbe i cittadini sempre più passivi e rassegnati di fronte ai giochi di potere e agli interessi economici dei potenti.9 aprile.jpg

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Dalla parte della scuola Casteller

casteller.jpgL’incredibile vicenda della scuola media Casteller di Paese, dove le proteste, per quanto isolate, di qualche genitore per la prevista presenza di due profughi ha portato la Caritas a desistere dal progetto di collaborazione con la scuola, e ha invece scatenato la destra, con l’assessore regionale all’Istruzione Donazzan che annuncia una ispezione all’istituto scolastico, colpevole evidentemente di svolgere bene il proprio servizio pubblico, rappresenta una ennesima sconfitta della civiltà e del pensiero, ad opera di una subcultura xenofoba, razzista e discriminatoria che trova tristemente interpreti entusiasti nelle istituzioni venete.

Stiamo dalla parte della scuola Casteller, che come va facendo da anni fornisce agli studenti degli strumenti per la conoscenza della realtà in cui vivono e si troveranno a vivere, che piaccia o non piaccia a dei politicanti oscurantisti cultori di un loro piccolo e immaginario mondo antico.

Questa continua strumentalizzazione politica da parte dei sodali ed emuli di Donald Trump e Marine Le Pen delle istituzioni scolastiche svela la radice totalitaria della loro cultura politica. La scuola della Repubblica va tenuta fuori dai loro meschini calcoli elettorali e tutelata dalla loro guerra contro la conoscenza.

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Un sindaco ai confini della realtà

Il Sindaco di Resana che distribuisce materiale “informativo” a spese del comune alle neomamme sui presunti rischi della vaccinazione compie un atto sconsiderato e grave, foriero di conseguenze nefaste che non si limitano alla comunità che amministra ma coinvolgono un territorio ben più vasto (ricordiamo che la copertura vaccinale ha efficacia se coinvolge almeno il 95% della popolazione). Il fascicolo allarmistico che gli uffici comunali consegnano alle neomamme non è prodotto da alcun ente scientifico o istituzionale ma da una associazione che ha come scopo la propaganda antivaccino.

Ha fatto quindi bene il direttore generale della sanità della Regione a rispondere alla sollecitazione dei pediatri che hanno richiesto il suo intervento, coinvolgendo il ministero della salute e la Prefettura perché valuti le azioni da intraprendere. Da parte nostra auspichiamo che si proceda oltre e che si intervenga per riportare nell’ambito della razionalità una amministrazione che sembra far riferimento ad un’altra dimensione rispetto a quella della realtà.

L’efficacia dei vaccini, soprattutto dal dopoguerra ad oggi, è oggettiva e non può essere messa in discussione da alcuno. Centinaia di milioni di persone, nel mondo, hanno evitato la morte e/o malattie estremamente invalidanti, poliomielite in primis.mazzorato

Il sindaco è la massima autorità sanitaria locale per cui ha l’obbligo di garantire la pubblica incolumità. Qui siamo di fronte alla totale irresponsabilità di un amministratore pubblico, già noto per il suo elogio al nazista Erich Priebke e per la promozione delle teorie di Scientology, a cui vanno ricordati i propri obblighi morali e legislativi.

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Cosmopolitica: i materiali

I video della manifestazione:

giornata di venerdì:

introduzione ai tre giorni di Elisabetta Piccolotti, introduzione politica di Andrea Ranieri, omaggio a Valeria Solesin e Giulio Regeni di Gianni Zagato:

video intervista alla Presidente della Camera Laura Boldrini:

parte dedicata al referendum contro le trivelle:

Relazioni: L’Europa nel disordine globale – Carlo Galli
La democrazia nella lunga stagione del neoliberismo – Laura Bazzicalupo
Intervento di Ida Dominijanni

 

Relazioni su lavoro e produzione, interventi di Lucio Baccaro, Piero Bevilacqua, Giammarco De Pieri, Franco Martini, Marta Fana, Domenico Proietti, Giulio Marcon:

 

Interventi di Tomaso Montanari, Sandro Mezzadra , Erasmo Palazzotto, Michela Cerimele, Michele Piras,

 

la relazione introduttiva di Peppe De Cristofaro alla discussione sul processo costituente

 

giornata di sabato:

sessione sulla piattaforma digitale “Commo”

 

Ricordo di Umberto Eco, sessione su riforme istituzionali, sessione su ambiente

intervento di Alessandro Pace, costituzionalista, presidente comitato per il no alla riforma costituzionale

 

intervento di Massimo Villone, presidente comitato per l’abrogazione dell’Italicum

intervento di Claudio De Fiores, costituzionalista:

Fabio Mussi ricorda Umberto Eco https://www.youtube.com/watch?v=qgbJjzLH5d4

 

giornata conclusiva di domenica:

interventi di Elisabetta Piccolotti (membro del Coordinamento Nazionale, Sinistra Ecologia Libertà), Florian Kronbichler (deputato, Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà), Riccardo Laterza (portavoce del network di associazioni studentesche Rete della Conoscenza), Raffaella Casciello (attivista di Act!), Marco Revelli (portavoce dell’Altra Europa con Tsipras), Franco Bartolomei (membro del Coordinamento del Movimento per il Risorgimento Socialista), Simone Oggionni (membro del Coordinamento nazionale, Sinistra Ecologia Libertà), Marianna Pederzolli (consigliere del Comune di Genova, Sinistra Ecologia Libertà), Paolo Ferrero (segretario nazionale, Partito della Rifondazione Comunista), Francesco Campanella (senatore, Misto), Paolo Cento (segretario Area Metropolitana di Roma, Sinistra Ecologia Libertà), Marica Dipierri (attivista e giornalista), Massimiliano Smeriglio (vice presidente della Regione Lazio, Sinistra Ecologia Libertà), Armando Petrini (membro di “Sinistra e Lavoro”), Marco Furfaro (responsabile delle Politiche Giovanili, Sinistra Ecologia Libertà), Paola Natalicchio (sindaco del Comune di Molfetta), Tommaso Fattori (direttore di Transform! Italia), Sergio Cofferati (parlamentare europeo, Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici), Leoluca Orlando (sindaco del Comune di Palermo, L’Italia dei Valori), Claudio Riccio (attivista di ACT!), Giorgio Airaudo (deputato, Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà), Nichi Vendola (presidente nazionale di Sinistra Ecologia Libertà), Curzio Maltese (eurodeputato della lista L’Altra Europa con Tsipras), Stefano Fassina (deputato di Sinistra Italiana e candidato sindaco a Roma, Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà), Luigi De Magistris (sindaco del Comune di Napoli, L’Italia dei Valori), Francesca Fornario (attrice, scrittrice), Giovanna Martelli (deputato, Misto), Gianni Cuperlo (deputato, membro della Segreteria Nazionale, Partito Democratico), Arturo Scotto (deputato e presidente del gruppo parlamentare, Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà), Michele Prospero (filosofo), Loredana De Petris (senatore, presidente del gruppo, Misto – Sinistra Ecologia e Libertà), Maria Pia Pizzolante (portavoce nazionale Rete TILT), Alfredo D’Attorre (deputato, Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà), Luciana Castellina (giornalista e scrittrice), Nicola Fratoianni (deputato e coordinatore nazionale, Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà):

https://www.radioradicale.it/scheda/467222/cosmopolitica-si-riparte-per-cambiare-litalia-terza-giornata

 

intervento di Luciana Castellina

 

intervento di Nicola Fratoianni

Sono in via di pubblicazione i report dei 24 tavoli tematici svoltisi nella mattina di sabato:

lavoro: http://www.commo.org:8080/post/11657/cosmopolitiche-del-lavoro/

lavoro, cultura, innovazione: http://www.commo.org:8080/post/13891/report-laboratorio-lavoro-cultura-innovazione/

antimafia: http://www.commo.org:8080/post/16587/report-del-laboratorio-antimafia-a-cosmopolitica/

migrazioni: http://www.commo.org:8080/post/15653/refugees-crisis-o-crisi-dell-europa-dal-workshop-di-cosmopolitica-al-forum-delle-migrazioni-pensando-a-un-assemblea-generale-per-rilanciare-programma-campagne-azioni/

welfare, reddito e lavoro autonomo: http://www.commo.org:8080/post/15345/cosmopolitica-report-lab-23-welfare-reddito-e-lavoro-autonomo/

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